Percorsi di vita obbligati

Perché – dopo aver vibrato di Energia e Vitalità da bambini – perdiamo per strada il nostro “Spirito della Realizzazione”, trasformandoci in “Leoni che credono di essere Capre”?

Pensaci un attimo…

Sei un bambino: tutto il tuo essere (fisico e mentale) è fatto per esplorare e scoprire cose nuove.
Tutto ciò che è nuovo ti entusiasma, a prescindere.
Il tuo corpo non riesce a stare fermo, devi muoverti ed esplorare in ogni direzione; la tua mente è attenta a cogliere ogni significato e collegamento fra le cose, ha una sete di conoscere illimitata.

Primo trauma: “NO, quello non puoi toccarlo. Lì non ci puoi andare. Fermati, altrimenti sudi” (come sarebbe “sudi”?!? Che razza di argomento logico sarebbe questo? E chi se ne frega se sudo? Qual è il problema?).

Secondo trauma: “E’ arrivato il tempo di andare a scuola!” (e cosa è cambiato? Fino a ieri vi prendevate cura di me, e da oggi non più? State veramente dicendo che devo andare in quell’orribile posto tutti i giorni?!?).

Terzo trauma: “Sono il vostro insegnante: fate attenzione a tutto quello che dico, perché dovrete ripetermelo!” (no, dico, sul serio: fare attenzione a quello che dici tu?!? E dovrò anche ripetertelo? Ma che hai fatto, un corso accelerato di sadismo applicato? E poi ascolta: per 5 minuti il sacrificio posso pure farlo. Ma tu mi stai chiedendo di stare seduto immobile in questo dannato banco per 5 ore di fila?!? Ti sei bevuto il cervello? Non vedi che sono un bambino? Che ti sei messo in testa, di trasformarmi in un manichino senza anima e senza energia?).

Appunto.
Ancora stenti a capire cosa è successo alla “vera vita” che vivevi una volta, e già sei stato ingabbiato a tradimento nel tuo primo percorso di vita obbligato. Senza il tuo consenso e senza alcun preavviso. Come se fosse tutto normale.

Sei un ragazzino. La tua Energia e Vitalità sono ancora forti, ma, a questo punto, sei diventato l’ombra di quello che eri.
Hai imparato a frenare la tua energia. Altrimenti non saresti sopravvissuto alle Scuole Elementari. Hai dovuto farlo.

Hai anche imparato il Senso dell’Autorità, e sei “diventato capace” di ripetere agli insegnanti le loro lezioni, come una scimmia ammaestrata.

Gli adulti sembrano gioire di questa tua “capacità” imbarazzante, e stai cominciando ad abituartici. Ma il bello deve ancora venire.

A un certo punto, capisci dai discorsi degli adulti che dovrai scegliere il tuo indirizzo scolastico futuro, e che da questa scelta dipenderà quello che farai da grande…
(Io dovrei “scegliere”? Cosa? Aspetta, fammi riepilogare: mi avete trascinato in questo incubo, senza neppure consultarmi, e adesso vi aspettate che io faccia una “scelta”? Scelta di che? È solo uno scherzo, vero? Come diamine faccio a sapere cosa voglio fare da grande, se voi mi avete fatto dimenticare perfino cosa vorrei fare adesso?!?).

E così, come un condannato, prosegui nel tuo successivo percorso di vita obbligato.
Quella che sembrava essere la “tua vita” sta diventando un’immagine confusa e annebbiata, che tutto sembra essere fuorché “tua”.

Sei un giovane. Per un attimo, fa ancora capolino il tuo spirito individuale, unico, anticonformista, ribelle. E meno male: sei ancora vivo! Al diavolo quello che pensano gli adulti.

Ma dura poco. Appena assapori il gusto della “trasgressione” e di fare le cose a modo tuo, ti viene fatto notare che adesso sei maggiorenne.
Questo implica, sottilmente, che da ora in poi sei “responsabile” (?!?) di te stesso, e le tue decisioni hanno un peso.
Avevi tanto aspettato questo momento (!) ma ora ti accorgi che gli adulti intendono “responsabile di te stesso” in modo esclusivamente negativo, cioè a tuo svantaggio.

In termini pratici, significa che devi sceglierti – volente o nolente – il successivo percorso di vita obbligato.

Nella maggior parte dei casi, significa: Università o Lavoro.
Esaminiamo un attimo questa penosa alternativa (diciottenni, avete tutta la mia simpatia e solidarietà umana).

Università: quale Facoltà? Quella corrispondente alla Professione del tuo Genitore, ovviamente. Cosa credevi? Si tratta sempre e comunque di un percorso di vita obbligato.

Oppure: chi se ne frega? Che differenza fa? Quando mai si è visto un laureato che fa un lavoro corrispondente alla sua laurea? Uno su un milione? È uguale: scelgo quello che fanno i miei amici, visto che devo farlo per forza (“per forza”?!? Esatto: parliamo sempre di percorsi di vita obbligati, o tali nella mente di chi li percepisce).

Altrimenti, Lavoro. Diciamo pane al pane e vino al vino: quanti si ritrovano a fare un lavoro corrispondente alle proprie passioni e ai propri talenti naturali? Uno su un milione?
Nella maggior parte dei casi:
1) prosegui una “carriera” iniziata da qualche adulto della tua famiglia (o conoscente); oppure:
2) ti dicono che devi fare una certa “domanda” o un certo “concorso” e, per disgrazia, lo vinci per davvero!
In un modo o nell’altro, si tratta sempre (ormai lo hai imparato a memoria) di percorsi di vita obbligati.

Cos’altro?

Ormai sei un uomo (o, diciamolo pure, una donna).
A forza di seguire percorsi di vita obbligati, ti sei dimenticato tutto: chi sei, cosa vuoi, cosa sei venuto a fare in questo mondo, quali sono i tuoi talenti e le tue preferenze, qual è il sogno o missione che devi realizzare, come si fa a prendere una decisione, cosa significa vivere la tua vita (hai sempre più l’impressione che stai vivendo quella di qualcun altro).

Quali sono i passi successivi?

Ma che razza di domanda: i “soliti”, no?

Il lavoro.
La famiglia.
I figli.
La lotta quotidiana per mantenersi economicamente a galla.
E, se sarai davvero fortunato, la pensione – o qualcosa che le assomigli vagamente.

Ovviamente, di tanto in tanto potrai svagarti o perfino divertirti con i tuoi passatempi preferiti.
Ma in linea di massima, già lo sai: parliamo di percorsi di vita obbligati.

Torniamo alla domanda iniziale

Perché – dopo aver vibrato di Energia e Vitalità da bambini – perdiamo per strada il nostro “Spirito della Realizzazione”, trasformandoci in “Leoni che credono di essere Capre”?

Beh, a questo punto non occorre molta fantasia per formulare un’ipotesi scientifica attendibile.

Hai perso il tuo “Spirito della Realizzazione” perché sei gravemente intossicato da percorsi di vita obbligati che non ti sei scelto.

È la tua stessa capacità di scegliere che si è atrofizzata.
E ad ogni “scelta obbligata”, che non avresti voluto fare, corrisponde una perdita della tua Energia e Vitalità iniziale.

Cioè, di una preziosa parte del tuo “Spirito della Realizzazione”.

Ogni volta che ti sei rassegnato ad entrare in un percorso di vita obbligato, hai sacrificato una parte del tuo Spirito: lo hai fatto per non soffrire.

E, in effetti, quando rinunci a un pezzo del tuo Spirito, soffri molto di meno: senti di meno la sofferenza.
Il problema è che senti di meno anche la Felicità.
E tutto il tuo mondo diventa grigio…

Per risvegliare il tuo “Spirito della Realizzazione” non c’è altra scelta: devi disintossicarti dai percorsi di vita obbligati e riprendere in mano il timone della tua imbarcazione.

Nessun altro può farlo al posto tuo.
Ma, se vuoi proseguire con me, possiamo esplorare insieme alcune possibili direzioni…

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Italo Cillo (Rishi Chony Dorje)
ha lasciato il corpo il 25 Marzo 2016

Su questo sito trovi la sua storia, i suoi pensieri, le sue interviste e i racconti di chi lo ha conosciuto.

About The Author

Italo Cillo

Sono ricercatore e insegnante spirituale, padre di famiglia, autore, imprenditore creativo, blogger e libero pensatore.

Comments

  1. Roberto Prinzi says:

    Splendido articolo 🙂 complimenti!!!

    Quello che hai descritto è il classico percorso obbligato di una persona che, invece di diventare un’individuo responsabile ed indipendente, diventa un classico ingranaggio del sistema.

    E quello che è triste, è che vieni programmato (dai genitori, dalla scuola, dalla società, dai mass media) ad uniformarti a tutti gli altri, a soffocare le tue naturali predisposizioni ed i tuoi talenti, ad abbandonare i tuoi veri obiettivi e le tue passioni.

    In questo modo diventi uno schiavo, perchè non hai avuto alcuna libertà di compiere le tue scelte in modo libero ed indipendente.

    Ecco uno degli aspetti più orribili ed inaccettabili della “matrix” in cui viviamo.

    • Italo Cillo says:

      grazie Roberto, ben detto!

      • dahaelen says:

        Carissimi Italo io penso che la condizione di mancanza di energia sia in principal modo dovuta al compromesso…..Un abbrraccio grande ti voglio bene

      • Mauro says:

        Caro Italo e cari tutti,
        Ho apena portato il mio bimbo di due anni all’asilo nido che pago 500 e./mese e ho un senso di frustrazione enorme….questo articolo ha centrato in pieno il problema..non mi nascondo dietro un filo d’erba….osservando la mia persona ho una paura fottuta di uscire dai famosi percorsi obbligati….e si che un primo passo l’ho già fatto uscendo ormai poù di tre anni fa da una famosa multinazionale di informatica che mi dava un ottimo stipendio, macchina, assicurazione medica etc. etc….l’ho fatto per mia scelta, non perchè mi avessero mandato via, ma l’aria che tirava era irrespirabile fatta di zombi ben vestiti e profumati che camminavano con il finto sorriso stampato, mentre sotto sotto tutti continuavano a lamentarsi….da quando sono uscito c’è stata una rivoluzione shock nella mia vita ed è nato anche un magnifico bambino quando io avevo 48 anni (prima non veniva). Nel frattempo ho aperto una societá di informatica che è ancora in piedi dopo tre anni ma in Italia succede che fai i lavori e poi non ti pagano, le aziende falliscono come birilli, lo stato ti tartassa e te rinani con il cerino in mano….nonostante abbiamo fatto dei lavori magnificii partendo da zero e abbiamo fatturato un bel po di soldini mi ritrovo con diversi soldi di crediti da riscuotere che che chissà mai se riscuoterò e diversi debiti con lo stato che, nonstante i mancati incassi, ti fa pagare comunque un buon 65-70 % di tasse…..francamente sto seriamente pensando di chiudere e ho intenzione di rivedere un po tutta la mia vita…anzi a breve farò anche il ritiro generatore di cui ringrazio Italo per aver dato la possibilitá quantomeno di riflettere sulle proprie esistenze…certo c’è da dire che nel frattempo io qulcosa lo devo mettere in piedi per guadagnarmi da vivere..e si che sarei anche un ottimo professionisita ma non mi va certo di ricacciarmi negli orrendi perrcorsi obbligati di cui magnificamente parla Italo…oramai ho 50 anni…ma proprio perchè ho 50 anni è arrivato il momento di pensare alla mia vita 3.0 (la 2.0 l’ho giá iniziata quando mi sono licenziato dopo 22 anni di lavoro come dipendente). Sto studiando e impegnandomi molto e vorrei anche provare altre strade fuori dall’Italia (ultimamente sono stato per lavoro proprio a Malta 🙂 e volevo approfondire un po di cose)…spero di farcela.
        Vi voglio bene tanto amore e felicità a tutti voi,
        Mauro

        • Italo Cillo says:

          E io ti auguro con tutto il cuore di “farcela”, e ti mando i miei pensieri, le mie preghiere e le mie benedizioni affinché tu “ce la faccia”,
          grazie per aver condiviso la tua esperienza e la tua ricchezza interiore
          Italo

          • Mauro says:

            Grazie Italo, mi piace il tuo mettere il “farcela” tra virgolette….sarebbe molto utile, se già non l’hai fatto (ti conosco da poco e ancora non ho letto la montagna di informazioni che hai pubblicato 🙂 se un giorno potessi dedicare un post intero al concetto di “farcela” e le illusioni che spesso questa tensione, anche dolorosa nel mio caso, genera. La paura di rimanere senza soldi, senza supporto, la sofferenza etc. etc….forse il tuo ritiro generatore potrà già dare un aiuto in questo senso.

            Un abbraccio e un grazie sincero per tutto il lavoro che fai, anche io nel mio piccolo o grande ricambio le tue benedizioni.

            Ciao !
            MAuro

        • Erika Cioni says:

          ..Tanto “Amore” anche per Te, Mauro….Grazie!! 🙂

          • Mauro says:

            Erika, grazie a te….sei molto gentile.
            Mauro

  2. “Teacher, leave the kids alone” (cit. Pink Floyd)

  3. Matteo says:

    Grande Italo! Un articolo meraviglioso. Effettivamente sembra che fin dalla nascita ci sia una pressione costante per ridurre il bambino in un adulto omologato. Prenderne coscienza è il primo passo verso la libertà propria e dei propri figli. Con grande stima,
    Matteo

  4. ahahahah vabbè, fantastico… sembra la storia della mia infanzia! 😀
    grande Italo! 😀

  5. Romy says:

    Bellissimo articolo come sempre. Tutti i tuoi articoli, tutti i tuoi video, tutti i tuoi audio sono incredibilmente ricchi di entusiasmo, di energia. Ogni volta è come sentire un inno all’espansione.
    In termini di accordo e disaccordo però, questa volta, faccio un po’ fatica a concordare.
    Nella teoria è tutto molto saggio quello che scrivi in questo articolo, ma nella pratica come è applicabile?
    Forse è solo perché sono ancora indietro nella strada del mio risveglio, della riacquisizione della mia consapevolezza, e probabilmente sono ancora molto più “ingabbiata” di quello che osavo credere, ma faccio fatica a pensare all’applicazione di quanto hai scritto.
    Come posso considerare un “trauma”, un “blocco” per mio figlio (ipotetico perché non ne ho), l’evitare che infili le dita nella presa della corrente o corra, sudi e si ammali? Dove finisce la sua libertà? Finisce davvero solo quando impongo un divieto o una semplice regola?
    Non riesco a pensare di spiegare a parole a un bambino di due o tre anni che se suda si ammala e dopo io sarei preoccupata, lo dovrei portare dal dottore, o, peggio, all’ospedale e questo significherebbe tanto stress per lui, per me, gli altri parenti che gli vogliono bene, oltre che gli eventuali costi economici per le sue cure e la preoccupazione che potrebbe subire ricadute e ammalarsi di nuovo e ricominciare tutto daccapo.
    Non è questione di comodità, ma di impossibilità di far comprendere una serie di implicazioni a qualcuno che per limiti di consapevolezza e comprensione non potrebbe capire tramite un dialogo.
    Vedo molto più immediato un bel “non correre perché lo dico io”.
    Se io fossi la madre, sarei “la più alta autorità” per mio figlio in una circostanza del genere.
    E parliamo del tempo in cui il bambino deve cominciare la scuola e attenersi a una serie di regole che lo privano della libertà di fare quello che vuole quando vuole: dall’aspettare che sia l’insegnante a concedergli la parola (e uso termini il più possibile ponderati, nonostante non sia brava a scrivere come vorrei), al chiedere se gli è concesso andare in bagno; dallo stare seduto composto per ore in classe, all’imparare a memoria delle nozioni che poi dovrà ripetere, eccetera.
    Dal momento che purtroppo andare a scuola è obbligatorio (o mi sono persa qualcosa?), tutto ciò è da un lato inevitabile e dall’altro anche un poco utile, perché in una comunità, a mio parere, servono delle norme che guidino gli individui a certi comportamenti.
    Non vorrei che mio figlio si trovasse in una classe dove ciascuno parla quando vuole, si alza e si muove nello spazio come crede, va solo a “scaldare il banco”.
    Purtroppo la scuola, con i suoi insegnanti ed educatori (e su questo ci sarebbe da discutere all’infinito), è solo un posto diverso dalla famiglia in cui il bambino passa il suo tempo. Certo, perché è obbligato, perché i genitori sono obbligati a mandarcelo per legge.
    Non fosse obbligatorio, sarei io a insegnare a mio figlio le nozioni, la cultura, il comportamento, le norme del vivere civile, ma purtroppo è obbligatorio che un genitore mandi il proprio figlio a scuola. Oggi, fino a 16 anni.
    Eppure non sono così convinta che questo significhi per forza privare quel bambino della libertà di esprimere e affermare la propria libertà e il proprio spirito di realizzazione.
    La vita tutta, per come è strutturata, con una società fatta di comparti (scuola, famiglia, comunità ecclesiastica, vita politica ecc) è fatta di norme e regole e non credo che siano le regole in sé a privare l’individuo della possibilità di realizzarsi. Ciascuno ha il diritto di scegliere e percorrere la sua strada. Non è perché ha vissuto in una certa famiglia, in un certo luogo, nel rispetto di una certa cultura e di certe regole che non possa farlo. Ogni individuo dovrebbe semplicemente essere sufficientemente “saldo” da perseguire ciò in cui ha sempre creduto. E’ la debolezza dell’individuo il problema. La comodità.
    E se da un lato è vero che la società tutta è “programmata” per indebolire sempre di più l’individuo, resta comunque una scelta personale quella di lasciarsi indebolire o meno, di accettare questa “debosciatura” oppure no.

    • Carlo says:

      Romy ciao nel leggere la tua mi sembra di notare il punto di vista esclusivo del lato adulto.

      Io ho due bambine di 7 e 10 anni e quando detto regole vedo che non sono felici. Il nostro compito è educare ossia tirare fuori quello che hanno dentro e non inserire dentro.

      Tutto il mondo ruota intorno al mettere dentro con evidente manipolazione e repressione delle nostre capacità.

      Cosa accadebbre se un neonato venisse aiutato soltanto a tirar fuori e noi apprendessimo tale energia?

      Un’umanità di questi bambini non dovrebbe avere nessuno che li governi, gli detti le regole o imponga i modi di vivere.

      Per quel che riguarda la salute direi che se provi a seguire la fisica quantistica applicata alla mente (mi sto facendo una cultura da poco) realizzeresti che non è come citi e le preoccupazioni scivolerebbero via. Tu puoi creare la tua realtà.

      Un caloroso saluto a te al grandissimo Italo e a tutti noi. Ciao Carlo Porta.

      • Italo Cillo says:

        grazie Carlo

        • Carlo says:

          Sono io che devo ringraziarti per il percorso di crescita a cui mi stai volgendo. Ti voglio bene. Ciao e GRAZIE ancora. Carlo Porta.

    • Italo Cillo says:

      Grazie Romy, giustissimo tutto quello che dici.
      Da padre di tre figli (ormai tutti maggiorenni) posso dirti solo una cosa con certezza:
      crescere dei figli CONOSCENDO le cose di cui ho parlato in questo articolo, fa tutta la differenza del mondo, rispetto a crescerli senza conoscerle 🙂
      Fidati, se hai questa consapevolezza sarai TU diversa, e aiuterai i tuoi figli a diventare persone realizzate e mature (anche se dovranno ugualmente/necessariamente attraversare tappe “obbligate”, come giustamente dici)
      saluti affettuosi

    • Chicca says:

      Vorrei solo precisare a Romy che, da parecchio oramai anche se non pubblicizzato ed anzi mantenuto il più possibile nascosto, l’obbligo di frequenza non esiste e tuo figlio lo puoi tenere a casa, insegnargli tu e portarlo agli esami. Quella che è importante è l’istruzione, non che apprenda all’interno di un’aula scolastica.

      • adorsalv says:

        Confermo quel che dice Chicca. Esistono ormai moltissimi casi di auto-istruzione dei propri figli. Suggerisco la lettura di un testo importante sull’opportunità/convenienza di chiudere le scuole: “Descolarizzare la Società” di Ivan Illich, un grande pensatore purtroppo ormai scomparso.

  6. Fabrizio 77 says:

    In questa era umana , forse conviene proprio astenersi dal mettere al mondo figli xche’ potremmo incondizionatamente condannarli ad una vita infernale (proprio come e’ successo a me esattamente a causa di tutte le ragioni psicologiche che esponi benissimo nel tuo articolo)
    Ad eccezione di sole due condizioni particolari : 1) ‘domani’ ricevero’ l’illuminazione alche’ mi potrei anche sentire abbastanza pronto e preparato anche x essere padre in questo mondo disastrato ;
    2) se , a partire da domani, il tuo articolo venga letto, divulgato , studiato , approfondito e insegnato a tutte le categorie di insegnanti di ogni ordine e grado come base di partenza per qualsiasi discorso che abbia a che vedere con la formazione umana . E’ che la ‘squola’ ,cosi’ come e’ adesso, e’ stata creata appositamente dal sistema proprio x ottenere i risultati che ci sono ora
    Ciao! Fabrizio

    • Italo Cillo says:

      Ciao Fabrizio! Non essere così pessimista!
      Il mondo ha bisogno di persone intelligenti e sensibili, spiritualmente mature, che facciano figli!
      Altrimenti dove potranno rinascere le “anime evolute”?!?
      Saluti affettuosi!

  7. Antonella says:

    Si Italo tutto questo è molto triste, e ancora più triste è il fatto che, pur avendolo percepito e sofferto personalmente, poi, abbiamo inferto ai nostri figli, la stessa tortura. Si sente di vivere in una condizione di schizofrenia tra desiderio di libertà e rassegnazione alla schiavitù. Si vorrebbe far crollare questo sistema e allo stesso tempo, si ha paura di come sarebbe la vita se potessimo scegliere e decidere per se responsabilmente, non inteso come colpa ma come volontà di sentirsi e sentire.
    Ho un figlio di 17 anni e sono preoccupata perchè non voglio più attingere allle regole che mi sono state imposte ma non so come insegnargli a vivere nel sentire perchè io per prima ho bisogno di imparare a sentirmi.
    Grazie Italo per tutti i tuioi stimoli.

    • Italo Cillo says:

      Antonella, 17 anni è l’età più critica di tutte. Stringi i denti e vedrai che passa presto 🙂
      Aiutalo a capire cosa vuole lui, non frustrare i suoi desideri e i suoi sogni.
      Quando li impara a seguirli, poi sbaglia e si corregge da solo, e col tuo aiuto.
      Se invece disimpare a seguire i suoi sogni…
      quella è la sconfitta più grande (vedi articolo)
      saluti affettuosi

  8. marco galeazzi says:

    Non ho molto da aggiungere … tutto vero quello che hai scritto nel tuo articolo… Non ho mai realmente scelto i miei percorsi di studio; l’ istituto magistrale di Foligno, il diploma di economia e amministrazione delle imprese, la laurea triennale in economia aziendale e quella specialistica…. per pou concludere con l’ esame da dottore commercialista conseguito a Urbino…. Mi sono sempre adattato a quelle decisioni non mie… pero’, poi mi sono impegnato per portarle a termine…. L’ esame di stato ho scelto solo io di sostenerlo mentre nessuno, apparte il mio insegnante di tecnica bancaria, credeva in me: quella e’ stata una mia rivincita personale…..

  9. Berica says:

    Bravo Italo!
    In realtà nessun “corpo” (in senso ermetico), che si muove per istinti (bacino), sentimenti (cuore) e pensiero (testa) può sentirsi libero e realizzato, perché non è in suo potere di esserlo. Un “corpo” è il prodotto della natura e della storia, e il degrado nella vita dell’individuo avviene naturalmente, per mancanza di un risveglio della coscienza.
    La differenza la fa il Nous, il ponte creato dall’irruzione della Luce (libertà assoluta-Uomo originale -“Pimandro”) che contiene in sé tutta la realizzazione su qualsiasi piano. Allora sì che la presa di coscienza è gradualmente possibile, nel momento in cui contaminiamo il prodotto naturale (corpo) con il seme (gioiello nelloto), l’impulso creativo dell’Uomo Originale. Allora una vita nuova ha inizio.
    Un abbraccio!
    Berica

  10. Anit says:

    ai nostri figli trasmettiamo questo, affinchè possano vedere davvero! e noi con loro!

    Quando capirai che nessuna cosa o persona esterna a te stesso ha la capacità di farti felice o infelice, allora ti muoverai attraverso la vita vivendo momento per momento, totalmente assorbito nel presente, portandoti dietro così poco del tuo passato che il tuo spirito potrebbe passare attraverso la cruna
    di un’ago; libero dalla trepidazione per il futuro, come gli uccelli nell’aria e i fiori del campo; distaccato da ogni persona o cosa perché avrai sviluppato in te il gusto della sinfonia della vita. E amerai la vita soltanto, con tutta la passione del tuo cuore, di tutta la tua anima, di tutto il tuo spirito e con tutte le tue forze. Ti troverai viandante senza zavorre e libero come un uccello in cielo, immerso in continuità nell’Eterno Presente…

  11. Andrea says:

    è la storia della mia vita

  12. Davide says:

    Beh…puo’ far riflettere quest’argomento al quale avevo già fatto un pensierino, sopratutto quando hai una figlia in tenera étà…e mi sà che non avrà un percorso standard la mia 😉
    Genitori, prendete spunto che siamo oramai nell’era nuova !..(compliments Cillo italo 🙂 )

  13. Christian says:

    Ho apprezzato molto questa visione delle cose. Ho letto anche i commenti di chi vede le cose diversamente e anch’essi sembrano equilibrati. Ma c’è da dire che Italo non vuole stabilire un modello di vita, che potrebbe essere più o meno realizzabile; sta solo rimarcando dati di fatto che portano un bambino a perdere entusiasmo e passione. Potrebbe essere vero? In molti casi per me lo è, anche se ritengo comunque importanti molti percorsi guidati che insegnano cose nuove, metodi e anche disciplina. La società in cui viviamo istruisce i nostri bambini per tirarne fuori quello che a lei fa comodo, un gruppo enorme di parassiti che si accontentano di essere semplici numeri, e per far questo rimane settata a 50 anni fa, ma in questo percorso, in molti casi, è possibile uscire dagli schemi. Detto questo, grazie Italo.

  14. edoardo says:

    Si in effetti in tutta la mia Vita mi sono trovato a combattere con queste catene ma per fortuna, o per chi sa cosa, sono quasi sempre riuscito ad organizzarmi in modo da poter svolgere le mie attività vitali, creative e sentimentali. Ho cercato di seguire ciò che sul momento sentivo di voler e dover fare. Ho capito che se volevo creare qualcosa di mio avrei dovuto pensare meno al Denaro ed al Potere accontentandomi del necessario per vivere avendo così un pò di tempo per coltivare le mie passioni: Musica, Sport, Grafica, Esoterismo. E dopo 61 anni posso dire di essere molto soddisfatto di quel che ho creato anche se non sono diventato famoso o ricco. Grazie Italo degli splendidi spunti e dritte che ci dai. Continua così.

  15. E difficile obiettare a tutto ciò che scrivi e dici ..tutto sacrosanto ..condivido a pieno ..ti seguo ormai da qualche anno o almeno ci provo 🙂 ciò nonostante, mi fa rabbia sapere che l aver lottato ancor di più e ..fino allo stremo, per raggiungere la piena libertà sin da quando ero piccolo…ha solo allungato la mia agonia poichè se non arrivi a vivere nel pieno della consapevolezza e/o in armonia con tutto l universo ed io non ci sono riuscito ..ti porta ad uno sconforto ancora maggiore perchè quello che tu dici e nient altro che la soluzione unica che una mente razionale e/o minimamente sana possa provare (appunto quello che ognuno di noi pensa e prova da piccoli). Vivere nella non consapevolezza di tutto ciò equivale a dare valore alla propria vita 0..piu che un diritto è un obbligo e piu che un obbligo è un diritto vivere ogni istante della propria vita in armonia con gli istinti o esigenze o voglie primarie di fare e dire e pensare e muoversi in TOTALE libertà e chiunque provi a privarti di questo non merita neanche un istante della tua attenzione ..pero poi alla fine ci si arrende sempre ..chi prima di iniziare.. chi subito dopo …chi poi chi ancora dopo…chi come me e tanti altri ne fa una questione esistenziale e prova ancora… e piuttosto che piegarsi decide di lasciarsi andare…….in pratica grazie per tutto quello che trasmetti e spero che questa consapevolezza liberta e realizzazione spirituale sociale e personale possa essere raggiunta anche da chi ci prova da sempre ma non riesce proprio ad arrivarci (magari non e in grado) io non lo sono ma ancora ci proverò…..

  16. leonardo says:

    RIGHT

  17. Ferruccio says:

    Ciao Italo, non potevi scriverla meglio. Tutto il nostro vissuto è esattamente questo, una porta dopo l’altra verso lo sfascio totale che oggi ci troviamo a dover gestire. Ma c’è di più; almeno noi che in qualche modo cerchiamo, attraverso percorsi “alternativi”, vediamo uno spiraglio, un barlume di luce che suggerisce ogni giorno che ce la possiamo fare, e che dipende soprattutto da noi stessi quali saranno i risultati che andremo a raccogliere. In queste pagine è facile riconoscersi nelle linee di condotta di queste filosofie poichè siamo tutti sulla stessa frequenza, il guaio è quando provo a confrontarmi con il cosiddetto “mondo normale”, con chi affronta la vita di tutti i giorni nell’assoluta assenza di sè, prede della consuetudine architettonica più aberrante di tutti i tempi. Sono le persone alle quali voglio bene e, credimi Italo, è frustrante constatare di non poter fare breccia neanche un po’ nei loro cuori, quando parlo di qualcosa di anche lieve impatto vengo trattato come un alieno ( in negativo ovviamente ).
    Vedo ogni giorno madri che spazzano via sogni ai figli, lo noto di continuo ed è per questo che apprezzo il tuo lavoro di “pungolo”. Girerò la tua mail dove so che ce n’è bisogno, chissà che non riesca a mandare in crash quelle pseudo-certezze di alcuni genitori che per questioni anagrafiche hanno ancora tutto il tempo di limitare i danni a coloro che dicono di amare più di ogni altra cosa al mondo,……. i propri Figli!! Grazie di tutto Italo.

  18. Daniela says:

    eh, si Italo!
    anch’io devo dire ai miei insegnanti ma in particolare a d una
    (una maestra elementare avuta per 5 anni consecutivi…una persecuzione!)

    : ” you should have let me free, teacher!
    you only taught to lock up my heart!
    you’ve only mad a mess!

  19. marco brezza says:

    Ciao Italo, complimenti per l’articolo

  20. Lorenzo says:

    Articolo davvero prezioso nonchè illuminante!

    Milioni di vite umane “allevate” in questo modo nello stesso bel recinto a misura di marionetta.

    Fortunatamente una mia sospensione in terza elementare, 2 bocciature alle medie, pessimi insegnanti e la quasi assenza di interesse per molte materie scolastiche hanno reciso in tempo quei fili che, attraverso il sistema educativo convenzionale, condizionano l’individuo e lo rendono schiavo.

    Non sono riuscito a sfuggire al servizo militare e a 22 anni di lavoro 🙂 ma ora a 40 anni ,con moglie e figlio di 11 ci stiamo liberando, e leggere articoli come il tuo mi fa capire che eravamo (e siamo) in tanti a possedere un virus…quello della libertà.
    Grazie Italo

    • Italo Cillo says:

      Dici bene Lorenzo: la minoranza indipendente ha dentro un VIRUS… che la maggioranza conformista non può capire.
      Dobbiamo AGIRE, non aspettare che la maggioranza “agisca” (non accadrà mai)

  21. guglielmo says:

    pare terribilmente triste….faremo in tempo a trovare un’alternativa; anche se ciò comportasse la frase: “fermate il mondo che voglio secendere!!!” 😉

    • Raffaella says:

      Perdonami Guglielmo, ma io non vedo tutto ciò ‘molto triste’. Italo ci sta fornendo l’opportunità non solo di riprendere in mano le nostre vite, ma di fornire un valido esempio ai nostri figli! ‘Dopo la pioggia viene il sereno, brilla nel cielo l’arcobaleno…’
      Questa è la ‘valida alternativa’ che stai cercando!

      un abbraccio

      • guglielmo says:

        Perdonarti di che? 🙂 La tristezza è di chi accorgendosi del percorso “obbligato” non ha alternative, nel nostro…caso fortunatamente, un faro, nella nostra ricerca l’abbiamo trovato. Se il mondo in cui viviamo non è come lo vorremmo, basta cambiarlo…scendendo da questo folle mondo, anche se è in corsa. Infatti concludevo con un “occhiolino”.
        Conttaccambio l’abbraccio 🙂

  22. marco brezza says:

    Ciao Italo: complimenti per l’articolo!

    Ci sono troppe programmazioni culturali e sociali che non permettono alle persone di prendere coscienza del loro reale potenziale.

    Diciamocelo una volta per tutte: la famosa massima socratica “Conosci te stesso” (come tante altre illuminanti massime) è come un “pannolino che assorbe tutto e ti lascia asciutto”.
    La si ritiene in modo retorico, fondamentale, ma non si capisce come fare…grazie ad un guru, ad una tecnica, ad una teoria psicologica, spirituale o altro… come possiamo arrivare a sapere chi siamo veramente?

    “Penso, quindi sono”: la massima cartesiana rivela tutti gli inganni che la cultura occidentale ha abbracciato nel corso del tempo in maniera acritica e ci ha portato alle mille contraddizioni che oggi possiamo osservare guardandoci intorno.

    Perché se penso e non so chi sono, a cosa sto pensando? Alla teoria che piu’ mi piace? A quello che ha detto un certo guru? Quello che ha detto il mio analista? All’ultima suggestione spiritualista-new age che ha attirato la mia attenzione? In realtà, non sto pensando, se uso uno di questi filtri: ho deciso di usare una “lente” per osservare ciò che non so osservare. E alla fine mi rimane il “famoso pannolino”.

    Alle persone, è negata la possibilità di avere informazioni e di sperimentare una conoscenza che parta dall’esperienza diretta e che possa portarla ad un’auto-osservazione non giudicante per incominciare a smontare quei meccanismi automatici, nelle azioni, nei pensieri, nei desideri che non riesce piu’ a controllare.
    Rabbia – superbia – vanità – invidia – avarizia – paura – ingordigia – lussuria – accidia: i 9 peccati radicali.
    Ognuno di noi è dominato da una o alcune di queste passioni. Ciascuna di queste passioni diventa il timone che guida gli automatismi di scelta di ogni individuo, senza che ne abbia coscienza.
    Diventare coscienti della passione o passioni di riferimento che ci condizionano e comprendere come queste si estrinsecano in pensieri, azioni ed emozioni specifiche, ci permette di non dare piu’ risposte automatiche all’ambiente, alle persone e a noi stessi.

    Ciascuno di noi deve poter osservare da sé i propri meccanismi.

    Noi tutti abbiamo un corpo, delle emozioni ed un’attività intellettuale (istinti-emozioni-intelletto) che non sappiamo usare in maniera equilibrata e opportuna: infatti, se ci osserviamo senza filtri e ci guardiamo intorno c’è chi risponde emotivamente quando invece dovrebbe riflettere in maniera distaccata, chi riflette quando dovrebbe invece sentire quale emozione prova e c’è chi agisce senza pensare, né sapere cosa realmente sta provando in quel momento; nessuno di noi, sa usare i 3 centri vitali del nostro corpo (stomaco-cuore-testa) in modo equilibrato e opportuno.

    Ma è possibile davvero riuscire ad auto-osservarsi e a non cadere nelle proprie trappole e automatismi? E’ un processo, non c’è un punto d’arrivo.

    Per ciò che ho potuto osservare, posso dire che:
    1) ci sono quelli che non ci riescono, perché sono così affezionati alle maschere che indossano che abbandonarle sarebbe un trauma. Dovrebbero morire e rinascere (metaforicamente). Invece, preferiscono gestire il tutto come sono abituati, nel bene e nel male.
    2) Quelli che ci provano, ma non sanno da dove iniziare e vagano, a volte anni, alla ricerca della ricetta miracolosa, che gli dica cosa fare. Non vogliono la responsabilità di fare delle scelte, quindi meglio il guru, l’analista ecc.
    3) Quelli che iniziano, partendo almeno da un punto certo: agire sulle emozioni, sul proprio corpo o ri-orientando i propri pensieri, cambiare vita. E a seconda delle possibili sfumature caratteriali che distinguono una persona da un’altra è possibile trovare una chiave che non è univoca per tutti:
    per alcuni può essere un’attività artistica (danza, musica, pittura) per altri un’attività di meditazione, per altri ancora attività di percezione corporea ecc.

    Fino a quando non si ha coscienza dei propri automatismi, non è possibile nessun risveglio: al massimo, si può cambiare “abito”, religione o quel che sia…ma il nocciolo duro, la maschera e gli automatismi rimangono sempre al loro posto. E il “pannolino”, pure.
    Cordialissimi
    Marco Brezza

    • Italo Cillo says:

      Esatto Marco, è da lì che si parte…
      E’ da lì che sono partiti tutti quelli che “arrivano”
      Saluti affettuosi

  23. Raffaella says:
  24. Marina says:

    Sono daccordo con la visione che hai Italo. Anche sul fatto che allevare i figli con questa consapevolezza fa la differenza. Quello che però non dici è quale sia il prezzo da pagare…io sono dentro a questa problematica con tutte le scarpe, e non da adesso, ma da molti anni, perchè ho due figli cresciuti in un ambiente libertario e aperto in famiglia, che oggi fanno fatica ad inserirsi nell’ingranaggio. Soprattutto Alessandro, che ora ha 15 anni e come sai è un ribelle nato, non tollera alcuna imposizione insensata e mi chiede continuamente il perchè di ogni cosa si trova “costretto” a fare. Ci sarebbe da festeggiare (e in privato festeggio), perchè so che sarà un individuo libero e non ricattabile, ma so anche che sarà tutto più difficile per lui, in futuro, come lo è stato per me. Fra le pressioni sociali e lo spazio di libertà domestico, devo continuamente mediare per evitare che la sua fragile persona non sia brutalizzata. La scuola ad esempio…il lavoro futuro…ne abbiamo parlato tante volte. Quasi tutte le mattine mi chiede: mamma dimmi perchè io devo andare a scuola! Dimmi a cosa mi serve. Certo non posso dirgli che grazie a questo troverà un lavoro (l’unica volta che l’ho detto mi ha risposto, ovviamente: guarda te, hai una laurea, un dottorato e un master e sei senza lavoro! tutto verissimo, se pensiamo a un lavoro tradizionale). Gli ho parlato del fatto che la scuola per tutti è stata una conquista, che una volta solo i ricchi andavano a scuola, che è necessario avere una cultura di base per poter comunicare con gli altri con un linguaggio condiviso (ma dicendo questo so che in realtà sto parlando di una scuola diversa da quella disegnata dalla Gelmini…che però è quella che lui deve frequentare!). Insomma, si tratta di fare una continua e faticosa opera di mediazione e di protezione per far si che i figli crescano con uno spirito libero ma al riparo della vendetta e del cinismo della società che li vuole bravi lavoratori senza testa. Essere liberi in questo mondo, oggi, in Italia, significa faticare, doversi difendere, subire ingiustizie. E’ così. Allevarli nella libertà è rischioso, perchè è possibile che trovino la loro vocazione e magari con il nostro aiuto realizzino quello che devono realizzare,ma è anche possibile che non ci riescano, che falliscano, che rimangano degli emarginati infelici.Mi sono chiesta cosa sia meglio: dei figli inseriti e senza troppe difficoltà economiche e relazionali, ma addomesticati, oppure dei figli con la testa libera e autonoma, ma con problemi di inserimento sociale e lavorativo. La risposta in realtà è stata obbligata, perchè io ho sempre combattuto per la mia libertà. Così sono diventata uno scudo per loro, per entrambi i ragazzi, e faccio quello che posso per sostenere la loro vita autentica, le loro peculiarità. Quindi non ho storto il naso quando Cecilia, mia figlia, mi ha chiesto di andare all’Accademia di belle arti (che come si sa è una via lastricata verso la disoccupazione). So che quella è la sua strada. Ma capisco chi, una volta uscito dalla nebbia dell’incoscienza, non se la senta di mettere al mondo dei figli.

    • Raffaella says:

      Wow Marina, incredibile quanto la tua situazione assomigli alla mia!

      Però quando mia figlia ha scelto il liceo artistico, ho proprio fatto gran festa! 🙂
      Sono orgogliosissima di avere un’artista in famiglia, una ‘libera pensatrice’ come il tuo Alessandro,

      che non si farà di sicuro ostacolare dai problemi mentali come siamo abituati noi, perché
      noi siamo cresciuti in ‘cattività’, mentre loro stanno crescendo liberi,

      liberi di pensare con la propria testa, liberi dagli schemi preimposti della società,
      liberi di crearsi un lavoro se non ne trovano uno nella nostra società!

      Le scuole artistiche sono forse le uniche che stimolano la creatività,
      una delle risorse umane più preziose!

      Per questo, e per gli insegnamenti che stai passando loro,
      riusciranno a cavarsela e ad essere a loro agio in qualsiasi situazione.

      So quanto sia difficile per noi, divise a metà fra il vecchio e il nuovo,
      ma stiamo facendo un ottimo lavoro, a giudicare dai risultati 🙂

      Namasté

    • Italo Cillo says:

      Dear Marina, la mia esperienza con tre figli è “simile ma diversa”.
      Quando ti chiedono “perché devo andare a scuola” rispondi semplicemente che “ogni età ha i suoi doveri”.
      “Sotto i baffi” però, sorridi perché sai che hanno dentro la fiamma della libertà.
      Se la fiamma rimane accesa, non avranno bisogno della tua protezione da grandi.
      Si faranno strada con le proprie forze e arriveranno dove è bene che arrivino.
      Il guaio è solo se si spegne la fiamma… 🙂
      saluti affettuosi

      • fabio says:

        Gentili Marina e Italo,

        mi sembra che rispondere “Ogni età ha i suoi doveri” vada assolutamente nel senso di un percorso di vita obbligato, che mi sembrava si volesse invece mettere in discussione. O forse ho capito male?

      • Marina says:

        cara raffaella, evidentemente siamo in tanti e di questo me ne rallegro! Sono daccordo con te che i licei artistici sono gli unici ambienti scolastici accoglienti per degli spiriti liberi, e infatti entrambi i miei figli hanno e stanno frequentando un liceo artistico. Però un conto è il liceo, un conto l’accademia. E non sono così sicura che loro siano diversi, più liberi etc… non mi sembrano affatto diversi da come ero io. So che è un bene, alla lunga, che coltivino la loro indipendenza e libertà, ma so anche che sarà dura e che non c’è sempre il lieto fine.

      • Marina says:

        si, italo, ma “ogni età ha i suoi doveri” per alessandro è una frase irricevibile…lo è sempre stato, pure alle elementari. Mi guarderebbe come si guarda un demente o un’aliena. E a ragione! Io gli dico solo: vieni a patti con la società e dagli il contentino. Trova un compromesso in modo da essere lasciato in pace. Visto i rapporti di forza, credo sia la cosa più saggia. Come dicevo, quando i miei figli si ribellano io festeggio, non solo sotto i baffi, ma anche in loro presenza perchè i giochi in famiglia sono scoperti e alla luce del sole. Non devo fingere di recitare un ruolo, perchè non sarei credibile, perchè non mento, perchè sono abbastanza intelligenti entrambi per aver scoperto l’inghippo da tempo. Siamo complici. E quindi è diventata una battaglia comune.

  25. fabio says:

    Gentile Italo,

    una volta descritta la situazione in cui vivono i più il punto è capire cosa si può fare per offrire ai bambini di oggi qualcosa di diverso, ad esempio creare una comunità educativa che si impegni a valorizzare i talenti degli individui e insegnare ai bambini l’autonomia. A questo stiamo lavorando da anni e speriamo che tra non molto nella provincia di Pisa nasca qualcosa che possa rispondere alle domande dei genitori che si preoccupano per quello che hai descritto nel tuo articolo.

    Cordialmente

    Fabio

  26. A me e venuta in mente questa canzone dei metallica 🙂

    Sangue fresco raggiunge questa Terra
    E in breve sottomesso
    Attraverso la costante e gravosa disgrazia
    Il ragazzino impara le loro regole

    Col tempo il bambino è assorbito
    Capro espiatorio di torti altrui
    Privato di tutti i suoi pensieri
    Il giovane continua a lottare, è risaputo
    Un giuramento a se stesso
    Che mai d’ora in poi
    Gli porteranno via la sua volontà

    Quello che ho provato
    Quello che ho conosciuto
    Non è mai brillato in quello che ho mostrato
    Non lo è mai stato – Non si è mai visto
    Non saprai mai ciò che avrebbe potuto essere
    Quello che ho provato – Quello che ho conosciuto
    Non è mai brillato in quello che ho mostrato
    Mai stato libero – Mai stato me stesso
    Quindi ti ho definito l’imperdonato

    Dedicano le loro vite
    A occuparsi della sua
    Lui tenta di compiacerli tutti
    L’uomo amareggiato che è
    Per tutta la sua vita sempre lo stesso
    Ha costantemente combattuto
    Questa battaglia che non può vincere
    Lo considerano un uomo stanco cui non importa più
    Il vecchio che si prepara
    A morire pieno di rimpianti
    Quel vecchio sono io

    Quello che ho provato
    Quello che ho conosciuto
    Non è mai brillato in quello che ho mostrato
    Non lo è mai stato – Non si è mai visto
    Non saprai mai ciò che avrebbe potuto essere
    Quello che ho provato – Quello che ho conosciuto
    Non è mai brillato in quello che ho mostrato
    Mai stato libero – Mai stato me stesso
    Quindi ti ho definito l’imperdonato

    Mi hai etichettato
    E io ti etichetterò
    Quindi ti ho definito l’imperdonato.

    Sangue fresco raggiunge questa Terra
    E in breve sottomesso
    Attraverso la costante e gravosa disgrazia
    Il ragazzino impara le loro regole

    Col tempo il bambino è assorbito
    Capro espiatorio di torti altrui
    Privato di tutti i suoi pensieri
    Il giovane continua a lottare, è risaputo
    Un giuramento a se stesso
    Che mai d’ora in poi
    Gli porteranno via la sua volontà

    Quello che ho provato
    Quello che ho conosciuto
    Non è mai brillato in quello che ho mostrato
    Non lo è mai stato – Non si è mai visto
    Non saprai mai ciò che avrebbe potuto essere
    Quello che ho provato – Quello che ho conosciuto
    Non è mai brillato in quello che ho mostrato
    Mai stato libero – Mai stato me stesso
    Quindi ti ho definito l’imperdonato

    Dedicano le loro vite
    A occuparsi della sua
    Lui tenta di compiacerli tutti
    L’uomo amareggiato che è
    Per tutta la sua vita sempre lo stesso
    Ha costantemente combattuto
    Questa battaglia che non può vincere
    Lo considerano un uomo stanco cui non importa più
    Il vecchio che si prepara
    A morire pieno di rimpianti
    Quel vecchio sono io

    Quello che ho provato
    Quello che ho conosciuto
    Non è mai brillato in quello che ho mostrato
    Non lo è mai stato – Non si è mai visto
    Non saprai mai ciò che avrebbe potuto essere
    Quello che ho provato – Quello che ho conosciuto
    Non è mai brillato in quello che ho mostrato
    Mai stato libero – Mai stato me stesso
    Quindi ti ho definito l’imperdonato

    Mi hai etichettato
    E io ti etichetterò
    Quindi ti ho definito l’imperdonato.

    • Marina says:

      davvero bella… amo i metallica ma questo testo mi era sfuggito

  27. Marco says:

    Niente di più vero, i tuoi articoli mi fanno sempre riflettere e mi trasmettono tanta energia positiva per vivere la giornata, grazie Italo!

  28. Matteo says:

    Rimanendo in tema di frase fatte prive di logica e profondamente deviate, mi vengono in mente le seguenti, che ho sempre odiato:

    “il tempo è denaro” e “il lavoro nobilita l’uomo”

    Consiglio a tutti di disinstallare subito queste due spregevoli e orribili massime dal proprio cervello, frutte di un becero capitalismo moderno.
    Il vostro tempo non è denaro e non vi è nulla di nobile nel lavorare.

    Nobile è utilizzare il proprio tempo per rendere sé stessi e il mondo migliori.

    • Marina says:

      ohhhh! finalmente qualcuno che lo dice ad alta voce! Il lavoro è per gli schiavi, l’ozio per i liberi (l’ozio come era considerato dagli antichi, non la pigrizia)

  29. Italo Cillo says:

    Grazie Matteo, Grazie Marco 🙂

  30. Raffaella says:

    Della serie: ‘ma se ne abbiamo parlato giusto ieri…’
    Nasce la scuola senza aule né orari!Naturalmente non in Italia 🙂

    http://www.west-info.eu/it/nasce-la-scuola-senza-aule-ne-orari/

    un abbraccio

  31. roberrto says:

    Carissimo Italo, apprezzo tutto ciò che fai, perchè condividi la LUCE che porti dentro, e sai che questo meccanismo funziona molto, nel processo evolutivo che siamo venuti a portare a compimento.Sono un’Anima molto antica, che viene da molto lontano! Sò che non ti meraviglieri di questo mio parlare, perchè riconosco il grande lavoro su te stesso che ti ha fatto raggiungere questo livello di Coscienza, per comprendere il linguaggio nella sua compiutezza e nella Verità che sprigiona.Vorrei però che tu fossi franco e dire le cose così come devono essere dette, e non nasconderti dietro false credenze che ci limitano nel dire. Non si può assolutamente giustificare il comportamento di umanoidi che affollano il pianeta solo per soddisfare la materia, bisogna aiutarli a comprendere che tutti noi siamo quì per evolvere la nostra Amina e null’altro e in che modo? Aiutandoli a Spiritualizzare la materia e a materializzare lo Spirito con il semplice Respiro Consapevole.Grazie per quanto stai facendo. roberto

    • Raffaella says:

      Benvenuta Anima antica,
      comprendere il comportamento degli altri non significa giustificarli, ed è necessario se vuoi aiutarli a
      migliorare, sempre che lo vogliano. Soddisfare la materia, tutti ci siam passati prima o poi, no?
      Almeno da bambini intendo…non è mica facile comprendere che ciò non ci porta ad essere felici!
      Aiutarli a spiritualizzare, sì, una parola! L’idea è ottima, ed Italo riesce già a farlo…tu che metodo usi per convincere le persone a cambiare? Sai che se non vogliono non ci si può fare niente, vero?

      Grazie della tua condivisione,
      un abbraccio

  32. Angelo says:

    Grazie Italo, rimango senza parole, niente da aggiungere, la realtà di quasi ciascuno di noi che adesso fa fatica a tornare indietro per riprendersi quello che è sempre stato suo, quasi in imbarazzo.
    Grazie per stimolare in noi delle riflessioni ed indicarci la strada maestra per riscoprire la nostra vera natura.

  33. salvatore says:

    Come dice Jose sembra davvero di ripercorrere la mia vita da bimbo e secondo me la maggior parte della vita degli esseri umani. Personalmente sono molto FELICE perchè ho capito l’importanza di certi principi e infatti mi hai fatto ricordare, che inconsciamente la mia anima all’età di 16 anni quando ha abbandonato la scuola, per andare a lavorare perchè non avevo ancora chiaro cosa volessi fare, sia stata la scelta più importante della mia vita. Poi dopo due anni l’ho ripesa andando la sera dopo il lavoro è ho apprezzato e cambiato prospettiva e attegiamento nei confronti di essa. Personalmente questa mia esperienza potrebbe essere un’alternativa per i giovani di oggi!!!! Grazie di cuore Italo namastè

  34. Naturale
    Sana e ”Preziosa” Ribellione..
    Dopo Nirvana ”Live Malta” e un piacere Ascolarti
    e
    confermo tutta la mia sincera e profonda connessione con te!
    Un abbraccio
    -Spacca Tutto Italo 🙂
    Marco Zafarini

  35. Jacopo T says:

    Verissimo!
    Per questo è importante trovare i giusti maestri per la propria vita…
    Grazie Italo, sei un grande maestro

  36. Dario says:

    Io sono perfettamente consapevole di tute le volte in cui ho protestato per una scelta che non era mia,ma che poi ho dovuto subire, da bambino…poi da ragazzo quando non ho avuto il coraggio di imporre quelle scelte ai miei genitori ma ancora una volta ho accettato il loro ”consiglio” deviando sempre la mia strada….se ci ripenso è triste, ma quello che devo impormi adesso è cercare di non farlo con mio figlio e restare sempre pronto a captare i suoi desideri per non reprimerlo. Infatti sto cercando di riorganizzare tutto il mio stile di vita partecipando a un progetto di convivenza e lavoro solidale con il progetto anche futuro di poter mettere su una scuola libertaria per i nostri figli.
    E non dico speriamo bene,ma piuttosto che non mi distolga mai da ciò che voglio davvero nella mia vita,la migliore benedizione che possa dare a me stesso.

  37. Rossella says:

    Caro Italo,

    non ti chiamo Maestro perchè in questo frangente sarebbe contrario a quanto hai voluto trasferirci, preferisco Compagno di Percorso.
    Sai, io sono sempre stata un po’ ribelle, “una pecora nera” qualcuno mi ha definito 🙂
    Sempre pronta fin da bambina a mettere in discussione tutto.
    La causa scatenante: semplice, i miei genitori andavano al lavoro e mi lasciavano sola a casa. Ho cominciato a trovare amicizia nei libri e nei miei amici immaginari. A quattro anni leggevo da sola, a cinque passavo da libri di economia, a romanzi, alle enciclopedie, tutto materiale presente in abbondanza in casa, non perchè lo si leggesse, ma perchè era il periodo in cui “tutti dovevano averlo”.
    Non ho mai sofferto a scuola il fatto di dover stare ferma ad ascoltare o a fare compiti, quanto di dover star zitta, perchè mi rendevo conto che quanto ci insegnavano le maestre era contrastante rispetto a quanto io da sola avevo letto. E così alzavo educatamente la mano, e dicevo: no, non è corretto quello che dite. Esistono degli studi che parlano esattamente del contrario. E partivo con la mia requisitoria.
    Sai qual’è stato il risultato? La mia maestra, all’epoca ne avevamo solo una che si occupava di tutto, chiese ai miei genitori di mandarmi a scuola una settimana si ed una no, perchè ero destabilizzante per la classe e per il loro programma.
    Da allora, mi è stata messa addosso un’etichetta: esaltata.
    E più me lo ripetevano, più avevo la spinta di continuare a leggere, capire, imparare.
    Imparare anche a tacere, se necessario.
    Alle superiori ero l’unico caso in tutto l’Istituto con voti altissimi ma voto in condotta bassissimo. Perchè? Solita storia. Contraddicevo. Ma non potevano rimandarmi, la mia pagella era troppo limpida per farlo.
    Unico rammarico: l’università.
    I miei genitori erano due operai, io avrei voluto studiare giurisprudenza od economia, ma finii per fare uno dei primi corsi di laurea brevi, in cui si parlava anche dei miei argomenti preferiti, ma anche di ben altro: psicologia, sociologia, i primi rudimenti di fisica quantistica. Al posto di conformarmi, mi hanno aperto ancora di più verso la conoscenza. In tre anni mi laureavo, ed iniziavo la mia vita imprenditoriale.
    Dico sempre a mia figlia: ricordati, conoscere ti renderà libera. So che devi andare a scuola, tu fingi di seguire, ma segnati a parte ciò che non ti torna, quando arrivi a casa cerchiamo insieme la verità.
    Per i più sbaglio, ma io, a fatica, so cosa sto facendo: la sto rendendo libera. Con mio marito ha iniziato intorno ai due anni tutte le sere a fare esercizi di respirazione orientali, è fortunata, ha un papà giapponese. Lei è figlia unica, eppure ha una gioia di condivisione che non dovrebbe appartenerle, seguendo i conformismi sociali. E’ autogestita, sa che hai i genitori sempre vicini, ma sa anche che è libera di poter decidere ciò che vuole, all’interno di un’area solo sua, delimitata da paletti (regole, perchè i bambini ne hanno bisogno, ma solo quelle indispensabili), che man mano che cresce diventano sempre più allargati e garantiscono sempre maggiore indipendenza.
    Hai ragione. Quando ti conformi alla società, lo fai per non sentirti diverso e per non soffrirne, ma in questo modo perdi la tua essenza. Io lo sto capendo ora a 44 anni.
    Ed appunto perchè lo comprendo, mi sforzo di rendere fiera mia figlia del suo essere diversa da ciascun altro, perchè ognuno di noi è uno ed unico. E lei l’ha capito, non si sente più importante di altri, ma allo stesso tempo riconosce le gabbie dei suoi compagni e le scansa, anche a costo di sentirsi fare dei giudizi tranchant, che però lei ha la forza interiore di farsi scivolare addosso.
    Vedi, io spesso e volentieri mi chiedo chi sono, ma ho la sensazione che lei al contrario lo sappia già perfettamente a soli 9 anni. I nuovi bambini.
    Chi sono io per bloccare questo sviluppo, per imporre quanto hanno imposto, o cercato di imporre, a me da piccola? Io come mamma ho il dovere di aiutarla a sviluppare la sua unicità, non di renderla simile ad un I Robot, ma di supportarla nella realizzazione dei suoi sogni, che cambiano di giorno in giorno.
    Che mi frega se arriva a casa sporca? Si è divertita? Questo è l’importante, per il resto esistono le lavatrici.
    Ora è un periodo che ha iniziato a comporre testi di canzoni, forse perchè influenzata dal suo idolo Violetta e dallo studio di flauto traverso che ha scelto di fare. E continua, a volte fino a notte inoltrata, suona, sento che scrive, ripete, no, non le piace, cancella e ricomincia.
    Non è un miracolo questo?
    Ebbene si, anche le pecore nere hanno avuto i percorsi di vita obbligatori: io non volevo iniziare a lavorare con mio fratello, mi ero impegnata tantissimo per iniziare un intership negli Usa, avevo spedito centinaia di lettere, tutte dattiloscritte (parlo di 30 anni fa), ed avevo ricevuto se non erro una decina di risposte positive, tre delle quali addirittura mi avevano contattato telefonicamente.
    Mi sembrava un sogno realizzato, qualcosa che mi immaginavo fin da bambina.
    Ma arrivata ad un punto, i miei genitori mi dissero: tuo fratello ha bisogno di te. E mi sono fatta convincere, per non provare senso di colpa, per non deludere la mia famiglia.
    Mi trovo ora alla mia età a ricominciare tutto da capo, ma sai che ti dico? Sbaglia, perchè solo così puoi imparare. Io ho sbagliato a non seguire il mio istinto, ma chi mi vieta di farlo ora? Certo, i desideri sono cambiati, ma dove sta scritto che non posso realizzarli?
    Di certo sbagliando ho imparato una cosa fondamentale: non imporrò MAI a mia figlia le mie idee, anche se questo richiede uno sforzo non indifferente, perchè è umano cercare di farlo.
    Non sarò un’ottima madre in senso canonico, ma almeno mia figlia cresce felice, ed una base felice nell’infanzia crea una sicurezza da adulto che io sto lottando quotidianamente per ottenere.
    Grazie Italo.
    Come sempre, riesci ad aprire la nostra anima verso riflessioni e volontà di cambiamento e miglioramento personale.
    Speriamo di farcela 😉

    Ross

    • Italo Cillo says:

      Grazie Rossella, sono sicuro che “ce la farai”, un grande abbraccio e a presto

  38. Pier Paolo says:

    Mi piace questo post, mi ci ritrovo parecchio.. soprattutto c’è una forte sincronicità con quello che sto pensando in questo periodo, che sono proprio idee di questo tipo; ma ormani non mi sorprende nemmeno tanto.. per dire sto leggendo alcuni libri di un autore che “casualmetne” fa discorsi proprio di questo stesso tipo, diciamo che evidentemente il messaggio che l’universo vuole darmi, o che la mia parte più saggia sta cercando di farmi arrivare (a seconda dei punti di vista, credo in realtà non abbia tutta questa importanza questa distinzione) sia esattamente questo.
    Chiaramente però è sempre fortemente motivante vedere rispecchiarsi “all’esterno” quelli che sono i propri pensieri, ed è fortemente motivante.
    Nello specifico credo che sia assolutamente vero quello che dici riguardo al potere insito nei bambini, e alla loro curiosità e gioia nello scoprire che li rendono infinitamente saggi e vicini alla loro essenza spiriutale più profonda.. poi arriva l’educazione, e ci allontana sempre di più da chi siamo veramente, e ci rende più o meno degli automi “utili alla società” ma svuotati della propria essenza;
    credo che tutti più o meno portino una maschera dovuta proprio all’educazione, e recitino la parte che sono stati educati a recitare.. il che è profondamente brutto, e quindi il compito fondamentale che abbiamo sia proprio cercare di togliere questa maschera (o maschere), liberarci di questi condizionamenti.. e disobbedire a queste regole stupide che siamo stati educati a rispettare, uscire dalla massa che si conforma, e mettere in dubbio ogni cosa che siamo stati educati a credere, per trovare invece la nostra propria verità, e le nostre aspirazioni e sogni, perchè solo quelli possono davvero farci sentire realizzati.
    Nello specifico, se posso aggiungere un particolare che ho notato, ritengo che l’educazione e la società, quantomeno quella occidentale, hanno anche l’itento “delittuoso” di spegnere nei bambini la creatività, la gioia di vivere, l’estro, l’ituizione.. e insomma tutto quello che appartiene all’emsifero destro del cervello, per potenziare invece la razionalità, la logica e tutto quello ceh è “utile” alla società.. creando appunto tanti robottini molto efficenti, ma totalmetne privi di senso per la bellezza, di capacità di creare, e di gioire e meravigliarsi per la bellezza che li circonda; in effetti lo stesso lavoro è un tassello fondamentale di tutto questo.. è un modo per costringere all’obbedienza, e a fare attività che nella maggioranza dei casi sono ripetitive, e totalmente razionali.. e il lavoro chiaramente viene nobilitato, mentre il gioco no.. è “da bambini”; penso che questo sia una cosa assolutamente da ribaltare.. una vita perchè sia bella ha bisogno di attività giocose, di essere presa con leggerezza e con gioia, non “sul serio”, e lavorando con abnegazione, il che non vuole dire non creare valore, anzi solo facendo con gioia e divertendosi una cosa la possiamo fare davvero bene, e creare qualcosa che ispiri anche gli altri.. oltre che noi stessi, che è la cosa fondamentale.
    Personalmente ho riscoperto negli ultimi anni questa dimensione creativa, che avevo nascosto, per seguire il modello razionale/ schiavo che mi era stato inculcato.. e per me è stata una novità fondamentale, trovo che il vero me stesso sia quello, quello che crea e scrive e suona musica, fare queste cose, come anche stare nella natura dà alla vita una richezza che non è paragonabile al seguire la routine e appunto gli obiettivi non nostri che ci sono stati “imposti”;
    tra l’altro di recente ho pubblicato anche un libro di poesie, “Lampi nel buio”, e sono sempre convinto che quello che voglio davvero fare sia quello, nel senso qualcosa che riguarda l’arte e la creatività.. e che contiunare a vivere una vita di routines, e di “sicurezze” (per altro false) sia fondamentalmente una perdita di tempo; poi non è facile, perchè cambiare in questo senso implica rischiare.. ma è un rischio che secondo me vale assolutamente la pena di correre, quello di osare essere nuovo, e di lasciarsi alle spalle tutto il passato che ci è stato “imposto” appunto, senza che l’abbiamo davvero scelto noi.
    Quindi.. complimenti Italo, mi trovo profondamente in sintonia con questo tuo post, e in generale con le ultime cose che stai scrivendo!
    Allego anche una mia poesie, che è proprio sul cambiamento.. è quella che sento più mia, che esprime di più come vedo la vita da ultimo, e penso abbia dei punti in comune proprio con il discorso affrontato in questo post, almeno per come li ho percipiti io

    La fine del sogno

    Brucia le connessioni
    paranoiche
    che ti inchiodano
    al passato.
    Restringi il tempo
    al presente.
    Rifluire nella terra
    è ricreare
    il nucleo
    della vita.
    Libera la mente
    e osservati.
    Segui i voli
    folli dei
    tuoi pensieri
    e cogli
    il vuoto
    al di là
    di essi..
    Lì vive
    la tua presenza
    risvegliata
    che attende
    paziente
    la tua
    rinascita.
    Guarda le tue mani
    senti il tuo respiro
    osserva la luce
    che si espande
    e illumina ogni cosa..
    La tua luce
    il tuo respiro
    le tue mani
    il tuo mondo
    cosa sono?
    Chi sei tu?
    Questo nessuno
    può insegnartelo
    né io, né il mondo
    né le stelle,
    né Dio
    solo tu puoi..
    apri gli occhi!
    Esci dalla bara
    del tuo passato,
    della tua vita,
    della tua persona..
    getta i ricordi,
    cancella il tuo nome,
    dimentica chi
    pensi di essere
    i tuoi successi
    le tue paure
    il dolore
    i sogni
    le delusioni
    dimentica
    le persone
    che credi
    di conoscere
    ma di cui non scorgi
    che un’ombra
    evanescente
    dimenticati persino
    di quello che tu credi
    essere l’amore..
    Dimentica
    te stesso.
    Quella parodia
    assurda
    quella caricatura
    sfocata
    non sei tu..
    Getta la maschera!
    Sii nuovo
    dimenticati
    dei limiti
    che hai
    creduto
    di avere.
    Libera
    la tua fantasia
    sii creativo
    dipingi
    la tua vita
    su una
    nuova tela
    risveglia
    l’entità
    invincibile
    che dorme
    dentro
    di te
    da sempre
    e che
    attende
    con pazienza
    che ti accorga
    di lei.
    Fai brillare
    la tua luce
    e illuminaci
    il mondo!

  39. Italo Cillo says:

    Grazie Pierpaolo per la tua bella condivisione,
    un saluto affettuoso

  40. Luigi says:

    Ciao italo questo penso che è proprio quello che fa per me… Ho dei blocchi su alcuni aspetti della mia vita…
    Una domanda ma è opportuno stare oltre i 100 km per 2 o tre giorni?
    Perché leggevo che il primo e il secondo giorno sono per gli esercizi mentre il terzo è per rivedere il tutto?
    Inoltre il tuo regalo quello che costa 3 € dici di ascoltarlo quando sono li?
    Fammi sapere
    Grazie di cuore Luigi

    • Italo Cillo says:

      Caro Luigi, rileggi e riascolta con attenzione. Si tratta di 48 ore. È meglio fare tutto a 100 km di distanza, come da istruzioni. Invece la meditazione guidata è meglio farla un po’ PRIMA di partire, per acquisire un po’ di familiarità. Ti auguro un buon Reset!

  41. Maria says:

    Grande Italo ,
    quest’articolo rispecchia la storia di molti di noi e sono convinta di aver fatto un’ottima scelta nel seguirti vista la grande confusione che ho in testa in questo periodo – ancora grazie – a presto
    Maria

    • Italo Cillo says:

      Maria, continua a seguirmi meglio che puoi e ti prometto che la confusione si trasformerà in chiarezza. Saluti affettuosi.

  42. Sebastian says:

    Negli ultimi mesi mi stavo un po’ dimenticando di me. Avevo chiesto “lassu” una soluzione. “Casualmente” 2 giorni dopo circa (veloce il ragazzo…!? :D) è arrivata la tua email del Reset.

    Just thank you, again.

  43. ADRIANA says:

    E’ un argomento che mi fa pensare tanto ultimamente. Qualche settimana fà mia amica mi mandava una e-mail con questo testo (qui sotto).

    Martin Steffens,
    Piccolo trattato sulla gioia
    Acconsentire alla vita

    Un libro che affronta con appassionante profondità una questione fondamentale: il consenso a un’esistenza che riceviamo da altri. Soltanto da un «sì» alla vita dipendono la possibilità della gioia e la capacità di impegnarsi per un futuro più giusto e felice.
    È un fatto universale, tutti abbiamo ricevuto la vita senza averla vista /chiesta e la nostra vita non è propriamente nostra: ha avuto origine prima di noi, senza di noi. Arriva però il giorno in cui l’uomo rivendica il potere di rifiutare un’esistenza ricevuta passivamente: non è forse questa la libertà umana, dire no a ciò che è imposto senza essere richiesto? C’è tuttavia un’altra libertà, più rischiosa ma generosa e felice: acconsentire alla vita. Il consenso all’esistenza è infatti, secondo le parole di Nietzsche, «la questione primordiale», da cui dipende la capacità di accettare il passato e di impegnarsi per il futuro. Tale questione esige dunque, in risposta, che offriamo un «sì» a misura della nostra vita: ampio come i nostri dolori, pieno come le nostre gioie. In un tempo in cui sembrano dominare ansia e sconforto, il giovane filosofo francese esprime la serena convinzione nella possibilità di accogliere la vita a braccia aperte, rendendo il presente un dono che attende soltanto di essere davvero goduto.
    Io so che niente avviene per caso nella nostra vita, quindi mi dico: bisogna svegliarsi.
    Grazie Italo.

  44. Libera says:

    Ribelle e testarda ho disobbedito e non me ne pento
    Libera

  45. Nico says:

    Scusate, ma mi viene in mente questa domanda-riflessione: coloro che questo fantomatico sistema dei percorsi obbligati invece di subirlo lo tengono in piedi, coloro che sembrano uscirne, come hanno fatto?

    • Italo Cillo says:

      Coloro che “lo tengono in piedi”… è un’astrazione.
      Coloro che “sembrano uscirne”… anche TU puoi riuscirci.
      Comincia dal seguire i consigli di questa serie di articoli e dal fare il tuo “Ritiro rigeneratore”.
      Un saluto affettuoso.

  46. Luca says:

    Le incredibili note del maestro da far firmare ai temuti gen(pun)itori: “Il bambino ride in classe, chiacchera con il compagnetto di banco, si alza dal suo posto, si distrae e gioca durante l’ora di lezione”. Il bambino deve smettere di essere ciò che per definizione è un bambino. Com’è dura riuscire a far pace con se stessi dopo aver creduto per una vita di essere sbagliati… com’è liberatorio riuscirci. Togliersi i vestiti da adulto per rimettersi quelli di un figlio dell’universo… e ricominciare da lì.
    Molto bello l’articolo.
    Grazie

  47. Andrea says:

    Interessante lo giro a mia figlia che sta facendo il liceo classico e mi cerco un posto per il mio ritiro, sono un ingegnere!
    Grazie

  48. Girolamo says:

    Sai Italo c’è addirittura una cosa in più da aggiungere, non basta che un bambino alle elementari debba stare cinque ore ad imparare chissà che cosa, anche a casa deve essere impegnato per altro tempo, in quella “istruzione” obbligatoria, che sono i compiti a casa, io non li ho mai fatti. Per me erano una tortura, ma lo erano soprattutto per il fatto che nessuno ti spiegava lo scopo di quello che studiavi. Se avessi saputo lo scopo, forse avrei intuito subito quale avrebbe potuto essere la mia strada futura, e la tortura sarebbe cessata. Ma noi sappiamo lo scopo per una simile istruzione, è quello di tenerci all’oscuro di chi si è noi veramente come esseri e non come numeri che servono: per votare, per pagare le tasse, acquistare nei centri commerciali, insomma per fare massa e non essere degli Esseri Spirituali!

  49. fabrizio says:

    Non so che dire è un grande articolo che prende molte facce della vita passato e attuali , da bambino e adulto, mentre lo leggi ti riconosci…però non è facile fermarsi ,prendere in mano la propria vita e da li risvegliare lo spirito . Grazie Italo
    Cordialmente Fabrizio

    • Italo Cillo says:

      Grazie Fabrizio, non è facile ma si può fare: è questo il mio augurio per te. Saluti affettuosi.

  50. lorenzo says:

    grazie italo sei fantastico!

  51. Ele says:

    Leggere il tuo articolo era proprio quello di cui avevo bisogno!Sono ormai una donna di 28 anni..i miei studi universitari li ho terminati con successo e tanta fatica. Mi ritrovo ora come molti giovani a cercare un lavoro attinente al mio percorso di studi e di vita. Ho sempre sognato di lavorare nel turismo o con le lingue straniere, senza mai arrendermi..cerco di seguire ogni giorno le mie aspirazioni e i miei sogni senza mai dimenticare chi sono e cosa voglio fare nella vita. Purtroppo peró ho dei genitori che non sostengono le mie scelte, pretendendo che mi adegui a seguire il loro percorso e quello di mia sorella nel settore tessile xché “questo é quello che c’é”. Io sento di non esser nata per fare questo, so da sempre quello che vorrei fare eppure si ostinano a farmi credere che devo accettare quello che c’é, deviando il mio personale percorso, bloccando le mie energie e il mio entusiasmo verso ció che piú mi piace fare. Mi sento appunto indirizzata verso un percorso obbligato e non so come far capire loro che non é quella la mia strada.
    Grazie Italo

    • Italo Cillo says:

      Carissima Eleonora, tieni duro e segui la TUA visione: alla fine della vita renderai conto alla TUA coscienza, non a quella di chi si aspetta qualcosa da te!
      Tanto amore e tante benedizioni

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