Tempo di cambiare – Episodio 43

IN QUESTO EPISODIO:

  • Libertà e Realizzazione Spirituale: quali sono le vere cause dell’infelicità umana?
  • Se la “Illuminazione” è la nostra Vera Natura, perché non siamo già illuminati? Perché non siamo già perfettamente felici? Cosa ci separa dal realizzare la nostra vera natura?
  • Oggi parliamo di… DELUSIONE: risultati elettorali, sovranità individuale, ecc.
  • Perché sembra sempre che siamo alla vigilia di un grande cambiamento, invece non cambia mai niente?
  • …e tanto altro ancora.

“TEMPO DI CAMBIARE”
EPISODIO QUARANTATRE

---

Compila per essere avvisato sull'uscita del prossimo episodio!

Iscriviti al Podcast direttamente in iTunes, così lo riceverai direttamente sul tuo iPod o iPhone: http://www.itunes.com/podcast?id=560525417

Ecco come iscriverti al podcast su iTunes

Buon ascolto!

Italo

Italo Cillo (Rishi Chony Dorje)
ha lasciato il corpo il 25 Marzo 2016

Su questo sito trovi la sua storia, i suoi pensieri, le sue interviste e i racconti di chi lo ha conosciuto.

About The Author

Italo Cillo

Sono ricercatore e insegnante spirituale, padre di famiglia, autore, imprenditore creativo, blogger e libero pensatore.

Comments

  1. massimoom says:

    Le cose stanno cambiando, sebbene lentamente. E se volete, dietro le apparenze. Ma cambiano

  2. raffaellav says:

    Penso seminare idee sia la cosa migliore da fare, per esperienza, anche se i frutti si fanno attendere, sono assicurati ed i più deliziosi che si possano raccogliere.
    Grazie Italo, anche per le note musicali introduttive che mi predispongono all’ascolto e per
    la canzone finale che con note nostalgiche mi fa assaporare altri luoghi e altri tempi.

    Un abbraccio

  3. Sabina says:

    Molto costruttivo questo podcast. Io mi chiedo una cosa però: come mai sempre più odio e violenza da parte dell’uomo? Se si và avanti così temo una autodistruzione completa a livello materiale, nel vero senso della parola. Italo, cosa ne pensi?

    • Italo Cillo says:

      Cara Sabina, odio e violenza sono sempre esistiti, in questa dimensione, e sono antichi come il mondo.
      Oggi nessuno va al circo per divertirsi a guardare altri esseri umani sbranati dai leoni, quindi stiamo migliorando, non peggiorando 🙂
      Penso che NON ci auto-distruggeremo, ma – quando arriverà il momento giusto – ci riequilibreremo
      un saluto affettuoso

  4. Raffaella says:

    Riascoltando la parte in cui parli di due metafore diverse che corrispondono ad altrettante mappe che possono coincidere per caso, mi sorge un dubbio…cosa intendi con ‘per caso’?

    • Italo Cillo says:

      Non ricordo il passaggio 🙂
      Forse potresti indicarmi a che minuto si trova?
      Un abbraccio

      • Raffaella says:

        Yes! Dal 19.50 al 20.20. Forse lo hai usato solo per ‘forma’, ma vorrei esserne sicura, grazie 🙂

        • Italo Cillo says:

          Intendevo dire proprio quello che ho detto 🙂 cioè: per caso.
          Due mappe (interpretazioni) completamente diverse possono corrispondere o meno: quando alcune parti coincidono, non c’è necessariamente una ragione logica…

          • raffaellav says:

            Che giornata magnifica!
            Stamattina, quando ho letto la tua risposta, stavo riascoltando ‘per caso’ l’insegnamento sul Karma…puoi immaginare che risate!
            Dopo essermi lambiccata per tutto il giorno il cervello cercando di saltarne fuori(continuando a riascoltare a ripetizione), finalmente ho ‘notato’, sempre ‘par caso’, che dicevi che il Karma era una ‘possibile spiegazione’ …, ma solo in serata, durante la meditazione, ho ‘realizzato’…
            Per favore, ho ancora bisogno della tua guida, basta un sì o un no…:
            il Karma è una delle tante zattere che dovremo lasciare quando ci avranno portato dove dovevamo andare? E quindi dovrò prendere altre zattere anche se sembrano che mi riportino indietro?
            Un liberato ha una sua mappa a 360° o usa solo la bussola?

  5. Daniela says:

    la canzone finale mi fa ricordare qualche pezzo di musica dei Pink Floyd
    leggermente e vagamente jazz-ata
    un sound strano

    ho riascoltato questo pezzo con attenzione (sapevo di doverlo riascoltare e lo dovrò riascoltare ancora qualche volta per assimilare le varie nozioni…le azioni perturbatrici…le emozioni…e…mi sono un po’ persa)
    mi sembra di averlo già ascoltato e credo, forse, che si tratti, in effetti, del video che hai inserito in una newsletter precedente

    mi piace (ahia, mipiace, non mi piace…eccolo!) ascoltare quello che esce dagli incontri perché sembra che ci sia un filo logico più forte e, quindi, lo capisco di più
    come non mi piace (…ancora!) presenziare, partecipare
    ho potuto essere presente ad incontri e l’unica cosa che riesco a fare sempre è essere molto tesa, per cui, di solito, recepisco poco e non porto a “casa” altro che “tensione” ed il pensiero che se l’avessi ascoltato da lontano avrei capito di più

    e poi…devo sempre riascoltare più volte, perché molto si perde per distrazione, interruzioni e a volte, invece, la parola mancante e che non si è riusciti a sentire è quella che conta

    ciao Italo

    p.s. ma forse ci sarà il tempo anche per me di cambiare!

    • Italo Cillo says:

      Il tempo c’è sicuramente, ma soprattutto: volere è potere 🙂

  6. Daniela says:

    aggiungo qualcos’altro

    1° punto

    parli di emozioni e le poni un po’ al di sotto del potere della mente
    io invece ho fatto dello studio delle emozioni, in maniera del tutto autonoma, la base della mia vita, della mia crescita personale…reagisco quindi sento…questa emozione invece si svolge in questo modo…altre in un altro modo ancora
    ogni emozione ha la sua dose di energia e provoca una particolare sensazione a livello di pelle
    la cattiveria ha un’energia che fende, che si insinua addirittura nelle pieghe della tua aura e che fa male
    la crudeltà demolisce, distrugge e a volte si porta via pezzi, brandelli della tua aura, lasciandoti senza respiro, senza fiato per andare avanti
    la felicità…la bellezza dell’anima di una persona, anche se non si vede, ti dona energia e ti aiuta a vivere…anche se lei non se ne accorge

    studiavo, studio questo e un poco mii impunto e non voglio credere che il livello mentale sia al di sopra di quello emotivo!

    ma mi sbaglio?

    2° punto

    hai ragione nel dire che tutto ciò che si pensa, si realizza
    ho studiato anche questo e ogni cosa che pensavo e che magari non era molto positiva, automaticamente, dopo poco si realizzava

    dobbiamo reindirizzare i nostri pensieri

    però vaglielo a dire, a quel “bastian contrario” della tua mente, che tutto fa tranne che tacere! e che, come un bambino dispettoso, invece di ascoltare, continua e si da, alla fine, la zappa sul piede!

    ciò che la mente può, l’emozione non può fare

    • Italo Cillo says:

      1° punto: per reagire (emozione) a qualcosa, devi prima apprenderla in un cerco modo (cognizione) 🙂

  7. emanuele says:

    perdonatemi se vado fuori tema, ma sper di treovare qui un poco di aiuto. Le cose in famiglia non vanno bene e con mia moglie siamo ai minimi storici. Questa sera ho incontrato per la seconda volta una persona particolare. Mi è stato riferito che la prima da amici fidati che quando mi ha visto la prima volta ha detto che la mia aura era grigia. Ci poteva stare perchè l’indomani avevo importanti esami clinici. Questa sera però ad un certo punto mi ha chiesto ” come va con tua moglie? Sappi che ti lascerà!”. Premetto che mia moglie era presente ma non ha sentito. Quindi questa persona mi ha chiesto cosea pensassi dell’amore… e qui non per servilismo, ma mi trovo perfettamente d’accordo con Italo , ho risposto” Per me amore è che tu sia felice” Mentre parlavo ero appoggiato ad un albero e lei mi ha detto” Sbagli ! L’amore è prima di tutto te stesso, ora stai succhiando amore da questo albero, sono insegnante di reiki e so cosa dico e ricordati che i figli sono egoisti e ad un certo punto ti molleranno e restarai solo, anzi devi stare solo perché non hai compreso cosa è l’amore” Credetemi è stata una botta trmenda…non so cosa pensare e chiedo aiuto a voi, ora sto piangendo perchè forse non ho mai capito nulla.
    Vi chiedo cortesemente un parere e scusate se ho espresso il mjo pensiero in maniera scorretta ma sono veramente distrutto
    Un abbraccio
    Emanuele

    • romano says:

      Ciao Emanuele,il bello di una Comunità è proprio questo, avere uno scambio reciproco per poter essere di supporto a chi ne ha più bisogno.
      Mi viene di dirti che il periodo che stai attraversando, pur essendo all’apparenza un pò grigio, è un inizio di una tua evoluzione personale. Hai presente una Fenice? Ecco appunto, dopo che si è disintegrata, essa rinasce più bella e più forte di prima.
      Ora lo sò che parlare dal di fuori è sempre più facile. Se puoi e se ce la fai,cerca di rimanere più vigile ed attento che puoi su tutto ciò che ti accade. Questo ti servirà a tenere anche a freno la tua mente, che immagino in questo periodo, stia andando a mille.
      Un forte abbraccio di sostentamento.

      romano.

    • Italo Cillo says:

      Grazie Romano.
      Caro Emanuele, io posso dirti che la tua risposta era giusta, mentre quella di tua moglie è sbagliata 🙂
      Ma ciò che conta è il modo in cui TU reagirai, risolverai e integrerai questo momento di crisi e confusione.
      Crisi e confusione sono positivi, perché ti costringono a “riorganizzarti” e chiarificare i tuoi principi e la tua direzione.
      Saluti affettuosi

      • emanuele says:

        grazie a tutti.
        Vedete non è paura che un matrimonio possa finire, è che ho una figlia piccola che deve ancora compiere 6 anni. Se me ne andassi le farei del male. e Non la prendo nemmeno come ipotesi percorribile. Quindi preferisco sopportare il momento, che passerà ( spero).E’ stata questa persona che dicendo quelle cose….mi ha fatto stare male. Molto male
        Emanuele

        • Raffaella says:

          Caro Emanuele,
          permettimi di dirti anche la mia, anche se non pretendo di saperne più di chi già ti ha risposto e
          grazie per averci aperto il tuo cuore, sei molto coraggioso.

          Per me amare significa sì desiderare la felicità degli altri, però è anche vero che se non sai amare te stesso, difficilmente riuscirai ad amare gli altri, perciò non distinguo le due cose. Com’era ? ‘ama gli altri come te stesso’, ecco, è questo che significa. Se non riesci a prenderti cura di te stesso, a renderti felice, come puoi riuscirci con gli altri? Cerchi di farlo, ma alla fine non sai come renderli felici,
          e se hai una compagna che questo lo capisce e riesce a prendersi i suoi spazi, va bene lo stesso, altrimenti potrebbe rompersi l’equilibrio della coppia, ove a quel punto ognuno pensa a sé stesso, e
          se non vi è più traccia di una volontà di rimanere assieme, la cosa migliore è lasciarsi.

          Bada bene, anche per i figli! I figli che crescono in un ambiente privo di amore, in mezzo a dei genitori che fingono, non potranno non riportarne le conseguenze a loro volta in una maniera o nell’altra.
          E poi non devi pensare che se vai via di casa abbandoni tua figlia. I miei si sono separati che avevo 12 anni, ma quello che mi è mancato non è stata la presenza ‘abitativa’ di mio padre, bensì il fatto che
          non si è più preoccupato di me più di tanto (ci vedevamo sì e no 1 volta al mese), in parte anche perché mia madre gli aveva imposto delle restrizioni ed un pò perché quando chiedeva le visite chiedeva più del più piccolo che non di me. Nonostante si siano lasciati hanno continuato a farsi ‘la guerra’ fino all’ultimo, come prima di separarsi. Questa è la cosa principale da evitare, perché allor sì che i figli ne risentono.

          Ad ogni buon conto, se pensi invece sia un momento d’incomprensione passeggero(e te lo auguro con tutto il cuore), non badare troppo a ciò che dicono gli altri, solo perché sono reikisti…e te lo dico perché lo sono anch’io(quindi non badare troppo neanche a ciò che ti dico io).Come dice il mio buon insegnante, senza etica alla base, non si parla più di spiritualità, ma di materialismo spirituale, bigottismo egocentrico della peggior specie perché ,come stai sperimentando tu, credono di far del bene ed invece causano danni enormi.

          Nel tuo cuore sai cosa è giusto fare, sai se il rapporto è giunto a conclusione oppure no e sai qual’è l’esempio che vuoi passare a tua figlia.
          Le risposte sono sempre dentro di noi, di questo penso almeno, ti puoi fidare 🙂

          un abbraccio grande grande

          • emanuele says:

            Purtroppo quello che dici è vero. Sto vivendo un momento particolare e purtroppo non sto amando me stesso come dovrei. Non vorrei che questa storia finisca, e non credo che riuscirei ad andarmene senza subire io stesso conseguenze molto gravi dal punto di vista interiore. Vedi mia figlia è tutta la mia vita, anzi è tutta la nostra vita. Abbiamo aspettato tanto e alla fine con tanti sacrifici ( anche economici)abbiamo fatto la fecondazione artificiale. Ricordo con gioia il giorno che ho ritirato le analisi e i pianti di felicità che abbiamo condiviso insieme. Non può essersi perso tutto questo amore che ci univa. Non ci sono stati tradimenti o doppie vite…possibile che possa finire tutto così Vedi proprio per il discorso del concepimento artificiale siamo legati con doppio filo a nostra figlia. Non riesco, la mia mente si rifiuta di prendere in considerazione qualsivoglia soluzione alternativa, io non lascerò mai la mia bambina, a costo di morire. Cercherò di capire, di studiare e dove ho sbagliato migliorerò. Ma se lei (mia moglie) ha già preso la sua decisione…

  8. romano says:

    Ciao Manuele, mi correggo e ti chiedo scusa se ti ho chiamato Emanuele.

  9. Daniela says:

    per Italo

    credo di aver capito riguardo il punto n° 1
    la cognizione (conoscenza che si ha attraverso la mente) determina una reazione e quindi una emozione

    ergo, la mente sta al di sopra delle emozioni!

    ma si può definire leggermente più freddino questo livello?

    per Emanuele

    bella la tua risposta! indica amore, altruismo, senso dell’altro

  10. Daniela says:

    per Emanuele

    cose da fare per chi ha Reiki

    ti ha chiesto se volevi sapere prima qualcosa quella persona?
    mai dire a qualcuno qualcosa se non ti viene richiesto

    ciao Emanuele, cerca di vivere la vita al meglio che puoi e continua a desiderare che anche gli altri siano “Felici”

  11. Alex says:

    Ciao Emanuele

    Anche io voglio lasciarti il mio umile pensiero.

    Io credo fermamente che TUTTO inizia e finisce dentro di te.
    NON lasciare che una persona descriva il tuo stato e ti definisca e piu di tutto:

    “Non identificarti mai con la definizione che un’altra persona fa sul tuo conto”

    Quello che gli altri vedono di te è semplicemente (salvo rari casi di maestri realizzati) uno specchio di un loro vissuto emotivo…la maggior parte delle volte non ha proprio nulla a che fare con la tua vera natura e situazione.

    Se ti lascerai convincere da quell’opinione la triste verità è che le cose con tutta probabilità andranno esattamente come ti ha detto, perchè non c’è forza maggiore al mondo dell’intento e della convinzione di un uomo riguardo al proprio futuro…

    Sei sempre tu a creare il tuo futuro con le tue idee, le tue convinzioni e la tua visione!

    Quindi Emanuele il mio consiglio è questo:

    Accetta e concentrati sui consigli e le idee che ti vengono proposti fintanto che questi rappresentano il bene e un futuro di felicità per te, ma guardati bene dal farlo con quelle che rappresentano negatività e sofferenza…

    In entrambi i casi fai si che una parte di te si ricordi sempre che tu non sei la vittima del mondo, tu sei IL CREATORE del tuo mondo e della tua realtà…

    Dove andrà il tuo pensiero, intento e attenzione quella sarà la natura che la tua realtà assumerà.

    Questo insegnamento ha cambiato radicalmente la mia vita, spero possa fare del bene anche a te!

    L’amore non è una merce di scambio, non puoi risucchiarla da un albero, da una persona o chichessia!
    L’amore è una Vibrazione, uno stato dell’essere, è la vita stessa, è presenza e gratitudine, intento altruistico, Gioia…è tutto ciò che è vivo e buono.

    Probabilmente chi ti ha detto queste parole che ti hanno fatto cosi male è anch’esso preda della sua propria confusione…

    Tutto questo lo dico dalla mia umile e limitata esperienza di vita, senza la pretesa di dire una verità assoluta…prendila per quello che vale e per quello che può muovere dentro di te!

    Un’abbraccio Emanuele Ti auguro tanta felicità!

    Dopo ogni spaventosa tempesta c’è sempre una fantastica Alba!

    Alex

    • emanuele says:

      Vi dico solo un grande grazie, siete riusciti a ridarmi forza, E avete toccato i tasti giusti. Quelle parole mi hanno fatto molto male, ma le ho metabolizzate positivamnete. Ho pianto e anche tanto oggi mentre ero solo e pensavo. Poi ho di nuovo sentito il ruggito del leone che è in me. E cercherò in tutti i modi di far tesoro dei miei errori cercando di non ripeterli. Devo solo migliorare me stesso. Devo ritrovare la via smarrita. Non ho bisogno di cercarla ma solo di ritrovarla. Poi sarà quel che sarà. E per rispondere a Daniela ” no non mi ha chiesto nulla ” però una cosa posso dirvela, da quando l’ho vista la prima volta ( per altro l’ho incontrata anche oggi) non mi ha mai trasmesso sensazioni positive. Mi fa quasi paura. Chiudo abbracciandovi tutti come se foste qui con me, anzi so che siete qui con me, lo percepisco dalle vostre parole.
      Emanuele

  12. Daniela says:

    vedi, ti sei dato da solo la risposta
    la sensazione negativa ti dice solo che la frequenza con quella persona non va
    è semplice

    se senti dolore cambia zona, spostati
    lasciamo a chi ha le spalle più grandi il complito di trasmutare quella energia poco positiva in più positiva
    e la stessa cosa la ricordo anche a me
    tante volte sono rimasta e tante volte sono stata molto male, credendo di avere forza ed energia per sopportare o trasmutare (ego…ego)
    non è così
    ho dei limiti e oltre a questi non mi è permesso di andare
    ciao Emanuele e forza!

    p.s. le persone che fanno Reiki hanno l’obbligo di domandare prima alla persona interessata se vogliono sapere qualcosa
    il fatto che ti abbia detto qualcosa senza chiedere ti fa vedere solo che anche nel Reiki alcune persone agiscono male o proiettano su altri i propri mondi bui (anch’io ho Reiki) affinché questi se ne prendano cura
    cercare di condividere qualcosa di negativo raccontandolo ad altri ne dimezza il peso e lei ha rubato “amore” o gioia, o sicurezza e voglia di vivere a te

    • emanuele says:

      ahimè ragazzi, mea culpa. Vi ho detto che sto attraversando un periodo negativo…quasi autodistruttivo oserei dire. La felicità di ieri è stata tale che oggi non ho saputo trattenermi e ho bevuto un pò. Poco davveroi, ero solo un pò allegro. Mi sono presentato a casa con una rosa , ma mia moglie non ha gradito molto. Ripeto mia colpa perchè non ho saputo leggere tra le righe il suo messaggio. Quindi serata durissima con nostra figlia che piangeva ad ogni nostro accenno di discussione. Ma è solo colpa mia, a volte una legge un libro ma non ne capisce il significato. Ora la mia promessa è diventata…o vita o morte. Tengo a precisare che non sono un alcolista, ma quando mi trovo tra amici, specie il pomeriggio, in questo momento non riesco ad opporre la necessaria resistenza. Forse il momento negativo mi rende debole, ma così facendo non faccio altro che peggiorere la situazione. Oh sia chiaro nessuna violenza ne verbale ne fisica, ma quella parlata un pò strasciinata che quando si esagera un pochino con l’acool viene fuori senza alcuna possibilità di essere nascosta. Ora ho fatto un giuramento con me stesso…se dovessi ripetere l’eccesso di oggi… me ne vado io….. Se non sono in grado di rispettare le sue poche richieste è giusto che ne subisca le conseguenze. Purtroppo dopo giorni di tristezza mi sono lasciato andare e non era il momento giusto.
      Se qualcuno di voi ha un consiglio ( anche duro) lo gradirei moltissimo.
      Buona vita a tutti

  13. Daniela says:

    Emanuele, cerca di condividere anche con tua moglie le serate con i tuoi amici

  14. leonardo says:

    Grazie Italo…..mi sembra di intravedere che hai fatto un passo indietro o un taglio diverso……nel senso… inutile avere strumenti fantascientifici che possono cambiare il mondo …quando persino la minoranza consapevole …non è poi cosi’ consapevole…..ci stai educando alla libertà e alla consapevolezza…..solo chi ha responsabilità….puo’ avere la libertà……

  15. paola says:

    ciao Italo, mi sento molto vicina alla filosofia buddista e, anche se per altre vie, ho consapevolezza assoluta dell’autoinganno nel quale viviamo, della falsa identificazione con l’io pensante, del fatto che le emozioni siano una conseguenza dei pensieri. Per ora faccio meditazione e allerto l’attenzione e quindi la presenza, soprattutto quando insorgono emozioni negative, le utilizzo come sveglia. Tu parli di un percorso inverso rispetto a quello che faccio io, parti dal modificare l’azione e vai a ritroso. Lo trovo più complicato per me. Il cambiamento dell’azione scaturisce dal cambio di consapevolezza, ma non è automatico, Per esperienza mi sono accorta che non basta aver visto l’origine, cioè da dove è partita la lettura distorta della realtà per guarire risanare completamente le vecche ferite che ci siamo per errore autoinflitti. E’ come se il corpo fosse abituato a rispondere in automatico a certi stimoli, è come se fosse programmato a rispondere in un certo modo ed occorre comunque un grande allenamento per cambiare le azioni.Vorrei qualche chiarimento maggiore sul pensiero. Esiste una forma di pensiero utile? Il pensiero riflessivo cioè che indaga su se stesso, non è comunque un’altra espressione dell’ego? Della mente duale? Grazie

    • Italo Cillo says:

      Ciao Paola, la spiegazione del “percorso inverso” non va intesa in senso letterale: è solo una mappa, che descrive diversi strati di una cipolla.
      La cipolla è olistica: in qualsiasi parte la si tocchi viene modificata anche in tutti gli altri livelli…
      Dunque si può lavorare (e infatti, si lavora) su tutti i livelli.

      Il pensiero è sempre utile quando indaga abilmente su due aspetti:
      1) imparare a distinguere fra Realtà relativa e Realtà assoluta (paradossalmente il pensiero è incapace di apprendere la seconda, perché è al di fuori del suo “reame”. Però può imparare a distinguere fra le due, e questo cambia la vita di una persona);
      2) all’interno della Realtà relativa, imparare a distinguere fra i fattori mentali che sono causa di felicità e quelli che sono causa di sofferenza.
      Se non avessimo (e non usassimo) il pensiero, non saremmo diversi dalle pietre o dai pezzi di legno 🙂
      All’inizio, il pensiero è l’ostacolo più potente;
      Nel mezzo, il pensiero è lo strumento più utile;
      Alla fine, il pensiero è l’ornamento più prezioso 🙂
      Saluti affettuosi.

      • Raffaella says:

        Come te le cose non le spiega nessuno!
        Grazie di cuore Italo

      • L says:

        ” imparare a distinguere fra Realtà relativa e Realtà assoluta (paradossalmente)il pensiero è incapace di apprendere la seconda, perché è al di fuori del suo “reame”.”

        Ah, sì?
        E come fai, allora, a nominarla… cioè a pensarla?
        E, visto che la pensi, allora non è affatto “al di fuori del reame” del pensiero.
        Dunque, come la mettiamo?

        Però può imparare a distinguere fra le due
        E, per l’appunto, distinguere implica che siano dati entrambi i termini della distinzione… peccato che tu avessi appena escluso la possibilità che uno dei due (l’assoluto) sia un dato, possa essere un dato.

        Ma di più:
        se non puoi sapere la “Realtà assoluta”, come potrai sapere che la “Realtà relativa” è tale, dal momento che relativo è precisamente il non-assoluto? (come riconosco il relativo, se non sulla base dell’assoluto? ovvero, esemplificando metaforicamente: come posso percepire il movimento senza un punto di riferimento fisso?)

        Riterrei che per parlare di “pensiero”, “realtà”… bisognerebbe sapere di cosa si parla, avere una adeguata formazione teoretica.

        Non è obbligatorio parlarne, ma se lo si fa è obbligatorio parlarne con rigore.
        Altrimenti, si potrebbe correre il rischio di banalizzare cose molto importanti e profonde… o addirittura fraintenderle clamorosamente.

        Max

        P.S.
        Il pensiero NON è uno strumento, perché è ciò senza di cui non potresti avvalerti assolutamente di nessuno strumento (inclusa la riduzione a mero strumento del pensiero stesso, che tuttavia è la totale incomprensione di cosa “sia” pensiero).
        Per tua informazione:
        il pensiero non è né ostacolo né strumento né ornamento… il pensiero non si usa, perché non lo si “ha” ma lo si “è”.
        La differenza è abissale.
        Ma la si coglie se si “pensa” veramente.

        • Alex says:

          Ciao!

          Vorrei risponderti per quello che concerne la mia esperienza.
          Perchè proprio di esperienza si tratta.

          Purtroppo la comunicazione verbale è inadatta a spiegare certi concetti che per loro natura sono astratti ed ineffabili.

          Chi si cimenta in questa impresa deve quindi sopperire alla mancanza del mezzo comunicativo con metafore e (passami il termine) giri di parole per sperare poter suscitare nel lettore (o nell’ascoltatore) la comprensione di una cosa cosi complessa da enunciare (eppur cosi facile da comprendere con l’esperienza diretta).

          Se poi a questo si aggiunge il fatto di speculare sulle parole con un’analisi razionale e sistematica ci si allontana sempre più dalla possibilità di dare uno sguardo al di fuori dei confini…

          Questo per dirti che molte volte fare “esperienza” di una cosa è praticamente l’unico modo per comprenderla…e questo va al di la del pensiero e del concetto di “sono d’accordo” “non sono d’accordo”

          Per quanto riguarda poi la tua affermazione: “il pensiero non si usa, perché non lo si “ha” ma lo si “è”.” posso comprendere il tuo punto di vista (io stesso ho passato gran parte della mia vita “a pensarla” cosi)… ma ad un certo punto scoprirai che tu non sei affatto i tuoi pensieri, ma qualcosa di infinitamente più grande di essi…

          I pensieri sono destinati a nascere, mutare e a scomparire, ma c’è una parte di noi che è molto piu grande e molto piu “luminosa” dei pensieri.

          Con questo non voglio dire che il pensare e il ragionare non sia una cosa buona, anzi, è un grandissimo strumento e come tale va rispettato!
          Ma non è certo lo strumento adatto per comprendere ciò che per sua natura intrinseca esiste al di la della dialettica.

          • Max says:

            Tutto si esprime mediante il linguaggio ed è il linguaggio stesso che è sempre “metaforico” (anche quando non intende esserlo).

            Speculare “sulle” parole non è speculazione (non nel senso rigoroso e concreto, cioè veramente razionale) è una mera superfetazione metalinguistica.
            La autentica speculazione specula (cioè pensa) attraverso le parole, consapevoli del limite rappresentato dal linguaggio come tale.

            Ipotesi misticheggianti (silenzio, esperienza diretta, atti pratici etc.) sono essi stessi linguaggio, ancorché non espressi con parole: vengono cioè interpretati da chi li osserva come segni.
            E l’interpretazione non può essere univoca, perché dipende dalla soggettività singola dell’interpretante: non potrò mai sapere se qualcuno interpreta una certa cosa al mio stesso modo.
            Ma poi, è necessario “insegnare” (a pagamento o gratuitamente) a fare un’esperienza diretta? Di più: è possibile?

            Ma non è questo il punto di cui si discuteva.
            Perché il punto era la “Realtà assoluta”, cioè la Verità.
            E questa non può certo essere soggettiva, non è risultato di interpretazione.

            L’essere d’accordo o no (l’assenso o dissenso) non sfiora minimamente la verità nella sua assolutezza, perché essa non dipende dal riconoscimento di alcuno.

            Altro punto essenziale:
            tu dici “Per quanto riguarda poi la tua affermazione: “il pensiero non si usa, perché non lo si “ha” ma lo si “è”.” posso comprendere il tuo punto di vista (io stesso ho passato gran parte della mia vita “a pensarla” così)… ma ad un certo punto scoprirai che tu non sei affatto i tuoi pensieri, ma qualcosa di infinitamente più grande di essi…”
            Come vedi, le parole sono importanti e vanno lette al meglio… infatti io non ho mai detto che “sono” i miei pensieri, ma che “sono” il mio pensiero ossia il pensare:
            secondo te i pensati sono la stessa cosa che il pensare?
            Se si fosse letto e si fosse studiato un po’ di idealismo e neoidealismo, non si incorrerebbe in equivoci così gravi.

            Dopodiché, se ci riesci, indicami cosa sarebbe la parte più “grande” e “luminosa” di me, se non è il pensiero e sta al di là di esso.
            Il pensiero te lo ribadisco NON è uno strumento: strumento è una zappa, un pettine, un bisturi, un’auto, un paio di occhiali… tutte cose che mi servono ma che non costituiscono la mia essenza, infatti io esisto anche senza occhiali, senza auto, senza zappa.
            Tu esisti senza pensiero?
            Conoscete Cartesio, per esempio?
            Certo il Buddhismo ha una fascinazione “esotica”…ma chi lo conosce un po’ sa bene che aldilà della forma e delle immagini culturalmente lontane, concettualmente dice cose molto simili a quanto hanno detto pensatori occidentali, i quali andrebbero conosciuti e compresi a fondo per parlare di ciò di cui si vuole parlare.

            Per esempio, si eviterebbe di fare affermazioni concettualmente “ingenue”, se posso permettermi (ma lo motivo subito) come non è certo lo strumento adatto per comprendere ciò che per sua natura intrinseca esiste al di la della dialettica. perché affermare che l’essenza di una cosa sta al-di-là di un certo ambito (dialettico, nella fattispecie) è esattamente una affermazione dialettica!
            Perché la natura del limite (che segna un aldiqua ed un aldilà) è appunto dialettica, in senso hegeliano.
            Quindi affermare con la dialettica una presunta verità a-dialettica è semplicemente una contraddizione.
            Come si vede, è difficile ipotizzare una via “altra”, “privilegiata”, se essa si rivela contraddittoria, ossia impossibile.
            A meno che il vostro approccio non intenda esser un “credo”, una “fede”… ma ce ne sono già tante e molto ben strutturate dottrinalmente e teologicamente.

          • Alex says:

            Penso che la risposta alle tue domande sia: 42

        • raffaellav says:

          Bella questa conversazione, quasi mi spiace ‘disturbare’, ma perdonami la curiosità:
          se siamo ‘solo’ attività di pensiero, il pensare come dici,
          vuol dire che quando non penso non esisto?

          Eppure si riesce a non pensare ed esistere contemporaneamente ed anche di più
          della normale esitenza pensante, non ci hai mai provato?

          Aggiungo solo una cosa: non importa come la chiami, verità e realtà sono la stessa cosa,
          ne deriva che esiste una verità relativa, cioè relativa al soggetto che la percepisce dal
          momento che siamo ognuno diverso l’uno dall’altro ed ognuno con le sue percezioni diverse,
          ed una verità assoluta, al di fuori delle percezioni proprio perchè sperimentata direttamente senza intermediari, e quindi senza pensiero, pertanto non pensabile nè spiegabile in parole.

          Grazie per questa dimostrazione pratica che : ‘All’inizio, il pensiero è l’ostacolo più potente’ 🙂

          un abbraccio

          • Max says:

            Premesso che la risposta “42” (di Alex) o è gematria cabbalistica oppure mi sfugge cosa significhi..
            rispondo a Raffaella.

            Naturalmente, non si disturba mai quando si contribuisce al dialogo, cioè al pensiero.

            Appunto del “pensiero” mi chiedi conto.
            Tu puoi “pensare” di non pensare?
            Anticipo io la risposta (ma lascio a te la libertà di dire la tua, eventualmente): no, proprio perché dovresti “pensare” di non pensare.
            Ma se – per ipotesi irreale – tu ti ritrovassi nella condizione di non-pensiero (diciamo: come un sasso): ebbene, potresti sapere che tu in quella condizione, pur non pensando, pur sempre esisti?
            E come potresti saperlo, dal momento che non sei in grado (in quanto sasso) di pensare?

            Ma di più:
            siccome tu sei pensante attualmente, come tutti noi, (prendo ad esempio te, ma potrei prendere anche me, è pura comodità retorica…), ebbene, dal momento che sei pensante, per “ridurti” allo stato di un sasso tu dovresti passare da pensante a non-pensate (appunto, sasso).
            Ma questo “passaggio” lo penseresti o no, cioè saresti consapevole di passare da pensante a non-pensante?
            Evidentemente sì, perché altrimenti non ti riguarderebbe: ma se lo pensi, allora resti nel pensiero e non ti ridurrai mai allo stato di non-pensante (sasso)!

            Quindi:
            Eppure si riesce a non pensare ed esistere contemporaneamente ed anche di più
            della normale esistenza pensante, non ci hai mai provato?

            No, mai provato… ma da quanto ti ho appena argomentato, direi che è assolutamente IMPOSSIBILE.
            Cmq, eventualemente, fammi sapere…

            …………..

            Altro punto:
            …ed una verità assoluta, al di fuori delle percezioni proprio perchè sperimentata direttamente senza intermediari, e quindi senza pensiero, pertanto non pensabile
            Anche qui, sarei curioso di sapere come avviene…
            Senza intermediazione del pensiero, mi spiace, ma non c’è realtà (è la grande conquista dell’idealismo… non io, che non sono nessuno, ma gente come Hegel, Gentile et alii, e per come lo intendo io ancor prima lo stesso Platone, purché si dia una lettura radicale della dottrina delle idee, soprattutto il mito della Caverna, che trovi nella “Repubblica”).

            Ma non ti avvedi della contraddizione che hai scritto?
            Cioè, scrivi che, a tuo avviso, la Realtà assoluta o Verità sarebbe fuori dal pensiero quindi impensabile… ma in questo stesso definirla tale, la stai pensando!
            Ergo non è fuori dal pensiero, perché fuori dal pensiero NON si salta… più che un salto, diceva Hegel, sarebbe un “salto mortale”.

            Rispondo alla tua ironia con ironia:
            come tu dimostri, in actu exercito (avrebbero detto gli Scolastici medievali), la incomprensione di cosa sia il pensiero è l’ostacolo più grande… ma è un ostacolo nullo, allorché si comprenda la necessità e la insopprimibilità del pensiero.
            Prima di sbarazzarci del pensiero (come vorreste), bisognerebbe aver ben chiaro di cosa ci vogliamo sbarazzare… non uno strumento, non un ostacolo, non un ornamento.
            Il pensiero – tieniti forte – è indefinibile, eppure è imprescindibile.

            Vuoi una controfattuale, ad abundntiam, a conferma della mia smentita delle tue tesi “astratte” per non dire “contraddittorie”:
            se anche fosse, per ipotesi, possibile un’esperienza diretta senza intermediazione – come tu ti illudi sia possibile – non sapresti di farla, e non sapresti mai di averla fatto.
            In una parola: non la fai mai.

          • Max says:

            POSTILLA (x Raffaella):
            tutte queste cose le aveva già dette, per esempio, Meister Eckhart (ti consiglio di leggere sempre e solo i grandi pensatori).
            Quando parlava di “Gelassenheit” (che viene tradotto con “abbandono”, ma in realtà in tedesco risuona anche il senso di “lasciar essere”) intendeva abbandonare il proprio ego inteso come ipostatizzazione (= fissazione) della nostra vera realtà, ma non per saltarne fuori – in una illusoria esperienza immediata di non si sa che cosa – bensì nel senso di un approfondimento della coscienza stessa fino al punto germinale (il “fondo dell’anima”) nel quale io coincido con Dio.

            E coscienza è pensiero, non assenza di pensiero.
            Abbandonare il proprio io significa abbandonare le immagini del nostro autentico io, non saltare fuori da me stesso, MA sapere che nessuna definizione, rappresentazione o determinazione che posso dar edi me stesso è il mio vero io, cioè la verità di me stesso.

            Ti faccio notare che i cd. “pensieri” sono oggetti del pensiero (sono i pensati) ma nessun pensato è il pensiero.

          • Max says:

            @ Raffaella e Alex:

            lo dico in un altro modo ancora, visto che non sono stato inteso o non mi sono spiegato.

            Non si esce dal pensiero per un motivo semplicissimo:
            che il pensiero NON è qualcosa (non è nulla che noi possiamo pensare e dire di esso: dire che è un ornamento, strumento, ostacolo … sono “favole”, sono astrattezze inconsapevoli di essere astrattezze, perché hanno preventivamente fatto del pensiero una “cosa”.. mentre ciò è IMPOSSIBILE.

            L’esperienza che credete (ed è appunto un “credere”, nulla più) di fare in modo immediato “uscendo” dal pensiero, cioè da voi stessi, si fa già qui ed ora senza nessun salto, senza nessuna visone estatica:
            si fa semplicemente SAPENDO la vacuità, la nullità di qualsiasi pretesa di definire il pensiero e la verità che mediante il pensiero (e solo il pensiero) è già da sempre rivelata.

            Il pensiero – detto per immagini (ma cercando di intendere il concetto che le immagini indicano) – è pura trasparenza rispetto alla verità.

  16. Raffaella says:
    • Italo Cillo says:

      Bellissimo questo articolo, grazie Raffaella.

      • raffaellav says:

        Grazie a te caro, è un piacere poter condividere questo tipo di articoli…quando se ne trovano!

        • Max says:

          @ Raffaella ed altri.

          Lo dico in un altro modo ancora, visto che non sono stato inteso o non mi sono spiegato con sufficiente chiarezza.
          Non si può oltrepassare il pensiero per una ragione semplicissima:
          perché il pensiero non è una “cosa” e, non essendo una cosa, non può essere tolta, soppressa, oltrepassata, scansata, svuotata…
          Dire che il pensiero è un ornamento, un ostacolo, uno strumento…etc sono astrattezze (che non sanno di essere astratte) perché hanno preventivamente – cioè immediatamente – degradato, ridotto il pensiero ad un a”cosa”, mentre non lo è e non può esserlo.

          Perché?
          Perché a definire il pensiero è sempre e solo il pensiero… ragion per cui, ogni definizione che se ne può dare non lo “contiene”.
          La immediatezza che “credete” (perché è un credere, nulla più) in una presunta esperienza diretta della verità non è che il riflesso della immediatezza – falsa, astratta, indimostrata – con cui avete “determinato” il pensiero in modo empirico, appunto come una cosa.

          Il presunto attingimento diretto, immediato della verità è aver fatto – senza accorgersene – della verità stessa una cosa (= solo una cosa può essere “oggetto” di esperienza).

          L’attingimento (mediato) della verità lo si ha già qui nel SAPERE la inoggettivabilità del pensiero e della verità stessa.

          Il pensiero è ciò mediante (mediazione, non immediatezza) cui si SA la verità:
          non si sa CHE COSA sia , ma si sa CHE è, che esiste.
          Il pensiero è pura trasparenza rispetto alla verità, già da sempre presente e rivelata.

          • Alex says:

            Max “pensaci” bene! La risposta alle tue domande è proprio “42” !

          • Alex says:

            Ok Max, a parte gli scherzi…

            Io stesso ho cercato così a lungo la verità la fuori che mi sono molte volte perso..
            Finchè ho scoperto una cosa molto semplice e al tempo stesso molto difficile da accettare:
            La verità è sempre stata qui…sotto i miei occhi, la verità è dentro di noi, non fuori.

            Il pensiero e il ragionamento (diciamo per comodità la conoscenza) possono portarti davvero molto lontano (e sono utili nel mondo relativo)…il fatto è che per quanto lontano tu possa andare tramite il pensiero, sarai sempre in uno spazio delimitato.

            L’immaginazione invece è un’altra cosa, essa è infinita…

            Molte volte ci sentiamo “in dovere di difendere le nostre idee”…ma la realtà è che stiamo semplicemente difendendo la nostra identità, perpetriamo l’attaccamento alla forma pensiero più potente: Il senso dell’io…CHI SONO IO?

            Aprirsi a nuove idee ed orizzonti permettendo a noi stessi di farne esperienza…wow questo è un atto realmente radicale…e implica il non giudizio, la non aspettativa e soprattutto il coraggio di lasciare andare le nostre convinzioni in favore dell’esperire.

            Dopotutto…cosa è la vita se non esperienza?

            Quindi caro Max penso che sia inutile continuare questo discorso…ti invito piuttosto a mettere da parte le resistenze e a fare esperienza di questa cosa che ti sta così tanto smuovendo (e se ti smuove, credimi è un bene!)

            Male che va potrai sempre dire: “Ok io ci ho provato, ma non fa per me”

            Ognuno ha un suo modo unico e speciale per raggiungere quello stato di non mente (anche per pochi istanti):
            Chi suonando, chi facendo sport, chi con l’adrenalina, chi in mezzo ad un bosco, chi perdendosi in terre lontane…chi meditando…e altri 80mila modi diversi.

            Ti auguro ti trovare il tuo modo per sperimentare questa cosa…non c’è cosa più preziosa al mondo che questa, purtroppo lo si può comprendere soltanto dopo averla sperimentata e nessuno ti potrà mai convincere a parole!

            Il salto (perchè proprio di un salto si tratta) lo devi fare tu, con la tua volontà e il tuo coraggio…oppure puoi sempre scegliere di rimanere attaccato agli alberi sulla rupe che già conosci e che ti è familiare difendendola dagli intrusi.

            Nessuna di queste due scelte è la migliore…ognuno sceglie in conformità della propria visione di se e del suo percorso di vita…

            Un Abbraccio!
            🙂

          • raffaellav says:

            Max, sei di un simpatico incredibile, probabilmente la tua mente razionale
            assomiglia tantissimo alla mia 🙂

            Ti ringrazio per le delucidazioni intanto, ma credo di aver capito dall’inizio cosa intendi,
            purtroppo se tu stesso non sperimenti quello che sperimento io però, sei tu a non
            poter capire me. Ecco il problema dove sta: io credo solo quello che posso
            sperimentare, perciò la sfilza di grandi filosofi che la pensano come te non mi dice niente,
            anzi, non è che non mi dice niente, è che semplicemente non riesco ad interpretarli
            nella maniera in cui tu li interpreti.

            Preferisco praticare per capire, come fanno i buddhisti, che a questo punto mi domando
            in cosa si sono rifatti ai grandi pensatori occidentali come hai detto tu.

            E poi non si può credere a tutto quello che sta scritto su un libro
            solo perchè ce lo insegnano a scuola, ti faccio notare che ne sono esistiti
            tantissimi e spesso controversi fra loro, così ti svelo un segreto, molto spesso
            preferisco pensare cose che nessuno pensa, e non ti sto prendendo in giro,
            fin da piccola mia madre mi chiamava ‘bastiàn contrario’.

            E’ il mio modo di vivere quello di mettere tutto in discussione sempre,
            compresa me stessa. Non dare niente per scontato senza prima averlo sperimentato
            ed aver sperimentato anche il contrario!

            E’ stato un pessimo periodo, seppur breve rispetto alla totalità della vita che ho trascorso
            fin’ora, quello in cui non lo facevo, perchè mi son lasciata convincere da me stessa
            che ormai la verità ce l’avevo in tasca e nessuna visione altrui poteva essere quella giusta
            al di fuori della mia. Che tristezza! Avevo perso completamente il gusto del vivere, ferma
            sulle mie convinzioni a mezz’aria, statica, inerte. Non facevo altro che arrabbiarmi con
            gli altri perchè non capivano quanto io avessi ragione…

            scusa lo sfogo, sono cose che veramente di solito tengo per me, ma forse così
            potrai capire meglio perchè le dottrine preconfezionate mi stanno strette.

            un abbraccio

  17. paola says:

    grazie Italo, soprattutto grazie per la cura e l’attenzione che dedichi a tutti quelli che ti pongono domande e per la gentilezza e la semplicità con cui diffondi gli insegnamenti

  18. Carissimo Italo,

    WOW
    ritengo che ogni cosa che fai è un grande insegnamento per migliorare a 360 gradi, e ancora una volta ti sono grato per il tuo meraviglioso lavoro, credo che questo metodo abbrevia di molto le tempistiche necessarie per ottenere un grande risultato di crescita , ci vorrebbe troppo tempo senza questo tuo insegnamento prezioso, anche perchè il Tempo di Cambiare è adesso! GRAZIE per tutto quello che fai

    un grande abbraccio
    e a presto!

    Mahat

    • Italo Cillo says:

      Carissimo Mahat,
      grazie a te per le tue belle parole e per il tuo coraggioso lavoro,
      ricambio l’abbraccio e ti mando tante benedizioni
      Italo

Rispondi a Raffaella Annulla risposta

*