Il “Ritiro rigeneratore” – parte 1

Il Ritiro rigeneratore (affettuosamente ribattezzato “Reset” dai miei studenti) è una forma di ritiro individuale, della durata di 48 ore, che stacca la spina delle attività ordinarie e “riavvia” la tua vita con un nuovo senso di libertà e felicità.

A differenza di molti altri programmi di sviluppo personale, non cerca la risposta in “tecniche” o “metodi” esterni a te stesso, da apprendere e mettere in pratica più o meno fedelmente: al contrario, ti mette in contatto con te stesso e con la tua solitudine, aiutandoti a realizzare quella “saggezza innata” che già si trova dentro di te.

Seguimi con attenzione, perché più avanti ti dirò dove e come scaricare gratuitamente tutto il materiale di cui hai bisogno per svolgere questa pratica:

  1. La guida rapida alla pratica del “Ritiro rigeneratore”;
  2. Il “testo radice”, con le istruzioni complete e i 12 esercizi da svolgere durante il ritiro;
  3. Il commento audio, con approfondimenti e insegnamenti sulla pratica;
  4. Il “diario della gratitudine”: un esercizio, simile a un “compito a casa”, che ti aiuterà al ritorno dal tuo “Ritiro rigeneratore.

Ma prima lascia che ti racconti…

Come nasce il “Ritiro rigeneratore”?

Tutti nella vita abbiamo una “chiamata”…
…Anzi più di una, soprattutto se non ascoltiamo le precedenti.
Intendo: qualcosa che ci richiama e ci sprona a trasformare la nostra vita in qualcosa di realmente significativo, profondo e di beneficio, sia per noi stessi che per gli altri.

La mia “chiamata” più importante è arrivata a 22 anni.
Prima ho fatto un incidente in moto (che, col senno di poi, sarebbe stato evitabilissimo: dunque, quasi “predestinato”).
Mentre rotolavo sull’asfalto, per parecchie decine di metri, ho letteralmente visto me stesso dall’esterno…
…ed è un po’ come se avessi visto tutta la mia vita “dall’esterno”, e avessi avuto la possibilità di riprenderla in considerazione e rimetterla in discussione.
È stato a quel punto, tornato a casa dopo un mese di degenza in ospedale, che ho iniziato a sviluppare un fortissimo interesse verso tutte le tematiche di natura “spirituale” (prima mi consideravo ateo e agnostico, nonostante la mia formazione cattolica giovanile).

Mi sono avvicinato anche all’alimentazione sana e alle medicine naturali.
Di lì a poco, ho fondato con mia moglie Francesca (con cui ci eravamo appena sposati, giovanissimi) un’associazione di consumatori di alimenti biologici e naturali – in un’epoca (la prima metà degli Anni ’80) in cui bisognava prima spiegare a chiunque cosa significasse “biologico”…

Dopo qualche mese, mi sono ammalato.
Ero impossibilitato ad alzarmi dal letto, preda di una costante febbricola, vertigini, diarrea, svenimenti, attacchi di vomito “immotivati”, ansia generalizzata.
Il fatto che fossi così malato, nonostante un’attenzione quasi maniacale alla salute e una dieta “naturale” che consideravo perfetta, mi ha portato a riconoscere che la mia era una “malattia spirituale”.

La mia malattia era (per l’appunto) una “chiamata”: un segnale che non avevo ancora trovato la mia strada, in questa vita, e dovevo seriamente lavorare dentro di me per scoprirla, seguirla e realizzare la mia “missione”.

Così non ho avuto scelta: ho risposto alla “chiamata”.
Mi sono alzato dal letto, ancora in preda alle vertigini e senza aspettare di “guarire”. Ho capito che il mio reagire sarebbe stato la mia “guarigione”.
Mi sono messo alla guida della mia macchinetta (una Renault 5 tutta arancione, che a quell’epoca era già un pezzo di antiquariato) e ho guidato per qualche centinaio di chilometri – da solo, con la paura di svenire al volante da un momento all’altro – per andarmi a “curare” con uno specialista tedesco di psicoterapie a indirizzo corporeo ed emozionale.

Da quel giorno, sono iniziati 3 avventurosi anni dedicati alla mia de-costruzione e ricostruzione personale.
Nella metà degli anni ’80, erano ancora in voga le “terapie di gruppo”, basate sul lavoro corporeo, per sciogliere le tensioni muscolari profonde, e sull’espressione delle emozioni represse.
Questo includeva il piangere, urlare, tirare calci e pugni contro “nemici” immaginari, tirar fuori antichi traumi sopiti in fondo alla coscienza.
Era un lavoro duro, difficile e doloroso: si attraversava tanta sofferenza, ma poi si usciva “dall’altra parte del tunnel” trasformati, capaci di accettare se stessi e gli altri, e sempre più equilibrati nel carattere.
Sono ancora stupito del fatto che questo genere di terapie sia caduto “fuori moda”, sostituito da forme più asettiche come il “coaching”, perché era un approccio che – a suo modo – funzionava.

In quel periodo ho viaggiato in lungo e in largo, sia in Italia che all’Estero, per raggiungere qualsiasi posto in cui ci fosse in programma questo genere di “gruppi”, workshop e “terapie”.
Ho conosciuto “grandi maestri” di questa arte, sia italiani che stranieri.
Ho lavorato su me stesso e ho studiato con loro.

Fra l’altro, non avevo affatto il denaro per pagarmi le “terapie di gruppo”.
Non vengo da una famiglia benestante, non ho mai ricevuto “aiuti” e ho dovuto sempre conquistarmi ogni traguardo col mio sforzo personale.

Mi alzavo nel cuore della notte, prendevo la mia macchinetta (sempre lei) e raggiungevo i pastori di pecore e capre sui loro altipiani, in tempo per l’alba, quando finivano di mungere e facevano il formaggio.
Doveva sembrare strano, a quei pastori, questo ragazzo di città così ostinato e deciso a imparare a fare il formaggio 🙂
Mi hanno accolto e mi hanno insegnato la loro arte; io ho imparato e, dopo un po’, compravo un po’ del loro latte per fare il formaggio a casa mia.
Lo rivendevo nel nostro centro di alimenti naturali, mettevo tutti i soldi ricavati in un salvadanaio ed è così che mi pagavo le terapie e le esperienze di crescita personale.

Ero così appassionato e concentrato su questo “lavoro di trasformazione interiore” che, dopo 3 anni, ho iniziato io stesso a formarmi professionalmente per aiutare gli altri.
In America, ho studiato con il Fondatore di un metodo (basato sul massaggio profondo del tessuto connettivo, la Bioenergetica e la Gestalt Therapy) e, al mio ritorno, ho iniziato a lavorare con gli altri.
Nel frattempo erano nati i miei primi due figli, Shanti e Gabriel, e con questo lavoro mantenevo la mia famiglia.

Continua…

Italo Cillo (Rishi Chony Dorje)
ha lasciato il corpo il 25 Marzo 2016

Su questo sito trovi la sua storia, i suoi pensieri, le sue interviste e i racconti di chi lo ha conosciuto.

About The Author

Italo Cillo

Sono ricercatore e insegnante spirituale, padre di famiglia, autore, imprenditore creativo, blogger e libero pensatore.

Comments

  1. Mauro says:

    Italo…tra poco andrò a fare il mio ritiro…ma per caso in America hai studiato con jack painter o Alexander lowen ? Li ho frequentati per un po…il primo dal vivo e il secondo sui libri e attraverso i suoi allievi.
    Mauro

  2. Italo Cillo says:

    Sì Mauro, ho studiato con Jack Painter a Mill Valley, in Californa.
    Saluti affettuosi e auguroni per il tuo “Reset”!

  3. Raffaella says:

    Grazie di cuore Italo!

  4. Vincenzo says:

    Grazie Italo per il Risveglio che provochi. Parto venerdì per il ritiro rigeneratore. A presto Vincenzo

  5. Davide says:

    Beh Caro italo,
    dopo questo tipo di appassionanti letture di racconti che riflettono autentiche esperienze vissute,
    e precisamente su questo soprastante, ci si ritrova ancora con qualche dubitosa e paradossale domanda che picchia in mente, riguardo metodi e “terapie” per gli esseri umani che siamo (e dimmi come ti suona personalmente):
    “Ma come mai oggigiorno che esistono moderni metodi (molto più comodi, rapidi e facili da praticare) guardandosi intorno si percepisce la sensazione che il bisogno di “guarire” della gente appaia più grande di prima e coinvolga sempre più maggiori persone ?.. (oppure è una mia impressione ?)

    ps: ho un luogo speciale in mente per un reset, abbastanza in altezza e ci sto’ pensando seriamente, anche se la ragione mi ricorda che come te sto’ per essere papà per la terza volta)…

    • Italo Cillo says:

      Dici bene Davide, molto profonda e corretta la tua riflessione.
      La “comodità, facilità e velocità” non sempre aiutano l’essere umano a crescere.
      Spesso c’è bisogno dell’opposto per sfidare i nostri limiti.
      Saluti affettuosi e auguroni per il terzo in arrivo!

  6. romano says:

    Ciao Italo, interessante il tuo racconto, dove si evince la determinazione che hai avuto. Credo che sia stata proprio questa ad accendere il fuoco che è in te e sempre questa ti ha permesso di affrontare le varie difficoltà che tu magari hai incontrato lungo il tuo cammino.
    Questa premessa solo per dire quanto è importante la determinazione nella nostra vita, non è sempre facile mantenerla, in quanto la nostra mente ci boigotta ogni istante se non è allenata.
    Quindi tante benedizioni a te per il lignaggio che ci hai trasmesso. Tante benedizioni alle pratiche che ci permettono di disciplinare la nostra mente, che altrimenti andrebbe per conto proprio, svincolandosi da quelle che possono essere regole che ci portano ad avere una presenza maggiore nella nostra quotidianità.

    Grazie.
    Un abbraccio.

    • Italo Cillo says:

      Grazie a te Romano, un grande abbraccio e auguri di ogni cosa buona.

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